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Cronaca

Caschi cinesi spacciati per italiani, maxi-sequestro da 5,5 milioni della Guardia di Finanza di Torino

Operazione “Non ci casco”: scoperta rete che importava prodotti dall’Asia e li rivendeva come italiani

Caschi cinesi spacciati per italiani, maxi-sequestro da 90 milioni nel Nord

Caschi cinesi spacciati per italiani, maxi-sequestro da 5,5 milioni della Guardia di Finanza di Torino

Un marchio tricolore stampato su confezioni che arrivavano da tutt’altra parte del mondo. È così che milioni di accessori per moto e auto – oltre 5,5 milioni di pezzi, tra cui 144 mila caschi per moto e bici – venivano spacciati come Made in Italy grazie a un sistema di importazione e confezionamento fraudolento smascherato dalla Guardia di finanza di Torino nell’operazione “Non ci casco”.

Dietro il business, quattro imprese finite nel mirino della Procura di Torino, accusate di vendita di prodotti industriali con segni mendaci e, in un caso, anche di frode in commercio e importazione di merci pericolose per la sicurezza. Caschi, visiere, catene da neve, batterie e accessori provenienti da Cina e Vietnam venivano rimarchiati con simboli e colori italiani, pronti per la distribuzione nazionale ed estera.

Le perquisizioni hanno toccato sei province – da Milano a Bologna – e portato al sequestro di merci per oltre 90 milioni di euro. Le analisi su migliaia di caschi hanno poi rivelato l’assenza dei requisiti minimi di sicurezza previsti dalla normativa europea: prodotti non omologabili, e dunque potenzialmente letali.

Il blitz torinese si inserisce in un bilancio più ampio del 2025: in tutto il Paese, la Guardia di finanza ha sequestrato 527 milioni di prodotti illegali, di cui 48 milioni contraffatti, e ha denunciato 2.600 persone. Solo a tutela del Made in Italy, sono stati eseguiti 542 interventi e bloccati 28 milioni di articoli falsamente etichettati come italiani.

La mappa delle frodi è ampia: dai fitofarmaci tossici di Torre Annunziata ai 1,3 milioni di litri di vino irregolare a Foggia, fino ai giocattoli non sicuri sequestrati a Napoli. Intanto cresce il fronte digitale, con controlli nel dark web e sui marketplace per fermare il commercio online dei falsi.

La provenienza? Sempre la stessa: Cina, Hong Kong, Turchia. Ma l’illusione resta italiana, confezionata con la bandiera che tutti vorrebbero comprare — e che pochi si accorgono di non trovare più.

Gdf, sequestrati 527 milioni di prodotti nel 2025

Nel 2025 la Guardia di finanza ha sequestrato 527 milioni di prodotti illegali in tutta Italia. Nel dettaglio, i finanzieri hanno bloccato 48 milioni di articoli contraffatti e denunciato 2.600 persone; hanno inoltre eseguito 542 interventi a tutela del Made in Italy, con il sequestro di 28 milioni di prodotti falsamente etichettati come italiani e 90 persone segnalate all’autorità giudiziaria.

Sono stati anche condotti 3.696 controlli sulla sicurezza dei prodotti, che hanno portato al sequestro di oltre 450 milioni di articoli non conformi e alla denuncia di 580 responsabili. In più, sono state contestante 1.609 violazioni a consumatori consapevoli dell’acquisto di beni falsi, con sanzioni fino a 7.000 euro.

Tra i risultati più significativi dell’anno: a Torre Annunziata è stata smantellata un’organizzazione criminale dedita alla contraffazione e commercializzazione di fitofarmaci pericolosi, con 9 misure cautelari e 8 milioni di euro sequestrati; a Foggia, sequestrati oltre 1,3 milioni di litri di vino privi di tracciabilità, per un valore superiore a 4,3 milioni di euro; a Napoli, confiscati 1,4 milioni di giocattoli non sicuri, molti dei quali riportavano marchi contraffatti di celebri personaggi animati.

Il Corpo collabora in modo stabile con Europol, Interpol, Olaf e con l’Organizzazione mondiale delle dogane, partecipando a operazioni congiunte e Joint Investigation Teams.

Cresce anche il contrasto alla contraffazione online, con monitoraggi nel web e nel dark web per individuare piattaforme e venditori illegali che sfruttano marketplace e social network per commercializzare prodotti falsi.

La produzione delle merci contraffatte proviene principalmente da Cina, Hong Kong e Turchia.

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