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Cronaca
15 Ottobre 2025 - 20:01
Leini si mobilita per “Torella”
Sembrava la scena di un film, e invece è accaduto davvero: un bovino in fuga per salvarsi la vita, inseguito per ore tra le strade di Leini, nel Torinese, e un intero paese che ha fatto il tifo per lui. Quella che lunedì 13 ottobre era cominciata come una caotica corsa tra via Carlo Alberto, piazza Ricciolio e via San Francesco al Campo, si è trasformata in una storia di salvezza e compassione. Il bovino – una vitella di 15 mesi, non un toro come si era creduto inizialmente – è riuscita a sfuggire al controllo del personale del macello e a seminare il panico tra auto e passanti. Spaventata, ha attraversato strade, giardini e cantieri, travolgendo due operai e colpendo alcune auto.
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I veterinari hanno tentato più volte di sedarla, ma i dardi non facevano effetto. La fuga, durata diverse ore, si è conclusa solo grazie all’intervento di Matteo Giardo, allevatore e addestratore del centro GM Performance Horses, accorso con il suo team a cavallo. Con una manovra da rodeo, Giardo è riuscito a bloccarla con il lazo in un campo alla periferia sud di Leini, permettendo ai veterinari di intervenire e portarla via in sicurezza.
Da quel momento, la storia della vitella ha smesso di essere una semplice cronaca locale. In poche ore, sui social, è esploso un moto collettivo di simpatia e solidarietà. I cittadini l’hanno ribattezzata “il toro di Leini”, simbolo involontario di libertà e resistenza, e hanno chiesto che non venisse macellata.
Il sindaco Luca Torella ha raccolto quel sentimento popolare e, in una lettera aperta al proprietario dell’animale pubblicata su Facebook, ha scritto: «Mi sento di condividere un moto spontaneo ed estremamente diffuso di simpatia nei confronti del bovino che per diverse ore ha passeggiato per la nostra città. In molti, in moltissimi, hanno visto in quella fuga il tentativo estremo di salvarsi la vita, e in molti, in moltissimi, vorrebbero sapere che quel tentativo, disperato, è stato coronato da successo».
Quelle parole, semplici ma sentite, hanno avuto un effetto concreto. La macellazione già programmata è stata sospesa grazie all’intervento del sindaco e alla donazione anonima di alcune persone che hanno scelto di pagare il riscatto dell’animale. Ora la vitella – che vivrà al Rifugio Jill Phipps di Albugnano (Asti), dove già sono ospitati 16 bovini salvati dal macello – avrà una seconda possibilità.
Dal rifugio hanno annunciato con un messaggio affettuoso il suo arrivo: «La vitella si chiamerà Torella – perché tutti scrivevano che fosse un toro e anche per la fortuita coincidenza con il sindaco, che porta lo stesso cognome».
Una conclusione che ha il sapore della giustizia poetica: l’animale che aveva corso per salvarsi la vita è stato davvero salvato, e lo sarà proprio grazie a quel primo cittadino che ha deciso di difenderlo, interpretando la voce di un’intera comunità.
La storia di Torella, la vitella ribelle, è diventata un piccolo caso simbolico. Non solo perché ha mostrato che la compassione può vincere sulla burocrazia, ma anche perché ha ricordato che ogni vita, anche quella di un animale destinato al macello, può meritare un’altra occasione.
A Leini resta l’immagine potente di quella fuga disperata, tra strade e campi, e di un sindaco che ha scelto di fermarsi ad ascoltare il sentimento dei suoi concittadini. La vitella, che ora pascolerà libera tra le colline astigiane, è diventata molto più di un episodio di cronaca: è una storia di empatia, libertà e coraggio.
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