Cerca

Cronaca

«Rocky ucciso a fucilate»: Sarah Disabato (M5S) denuncia il far west della caccia in Piemonte

Il cane di undici anni abbattuto a Cumiana, la consigliera annuncia un’interrogazione regionale e chiede stop immediato alle battute

Il cane Rocky, ucciso dai cacciatori e la consigliera Sarah Disabato (M5S)

Il cane Rocky, ucciso dai cacciatori e la consigliera Sarah Disabato (M5S)

Aveva undici anni e una vita semplice, fatta di affetto, corse e libertà. Rocky, un cane meticcio conosciuto e amato a Cumiana, nel Torinese, è stato ucciso da un colpo di fucile sparato verosimilmente da un cacciatore. Viveva in una cascina e ogni giorno correva lungo la pista ciclabile insieme ad Antonio, un podista che si prendeva cura di lui con dedizione. Era diventato una presenza familiare per molti: un cane buono, che non dava fastidio a nessuno, simbolo di una convivenza pacifica fra persone e animali.

Il suo corpo è stato ritrovato in un campo, in avanzato stato di decomposizione, a pochi metri dalla pista che percorreva ogni giorno. Il proiettile lo ha colpito al torace, spegnendone la vita in un istante.

«Mi mancherà tanto il mio guerriero. Rocky stava sempre con me, non si allontanava mai se non per venire a correre insieme. Abbiamo fatto amicizia subito, fin da quando era un cucciolotto. Sulla pista ciclabile ormai ci conoscevano e ci salutavano tutti», racconta commosso Antonio, che da anni si occupava del cane.

La LNDC Animal Protection ha presentato denuncia contro ignoti per uccisione di animali e ha chiesto indagini approfondite per risalire al responsabile. L’associazione sollecita la verifica di telecamere, la raccolta di testimonianze e controlli nelle zone frequentate dai cacciatori. «È inaccettabile che un animale innocente possa perdere la vita in questo modo. Rocky era un cane buono, seguito e conosciuto, un simbolo di quella convivenza pacifica che ogni giorno viene messa in pericolo da un’attività come la caccia, che continua a mietere vittime non solo tra gli animali selvatici, ma anche tra i nostri animali familiari e tra le persone», ha dichiarato la presidente nazionale Piera Rosati.

Rosati ha ricordato che ogni stagione venatoria porta con sé un bilancio di sangue e ha invitato la politica a «smettere di sostenere la lobby dei cacciatori e anteporre finalmente la sicurezza pubblica e il rispetto per la vita a qualsiasi interesse di categoria».

L’associazione chiede alla Regione Piemonte e al Parlamento di rafforzare i controlli e rivedere le norme sulla caccia, denunciando la “strage silenziosa” che ogni anno colpisce animali domestici e selvatici.

Sul caso è intervenuta anche la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Piemonte, Sarah Disabato, che parla di un’altra “vittima innocente di un far west venatorio”. «Dopo la tragedia di Locana, dove un uomo di 82 anni ha perso la vita durante una battuta al cinghiale, oggi piangiamo un’altra vittima innocente di questo vero e proprio far west venatorio: Rocky, un cane meticcio di undici anni, ucciso con un colpo di fucile a Cumiana, in una zona dove la caccia è vietata», ha dichiarato.

Disabato ha aggiunto che «non siamo davanti a incidenti isolati, ma a una deriva pericolosa che nasce dal fatto che la caccia sia ancora oggi un’attività ampiamente consentita e scarsamente controllata. Episodi come questo non sono fatalità, ma la conseguenza diretta di un sistema che permette di imbracciare un fucile nei boschi e sparare, mettendo a rischio persone, animali e ambiente».

La consigliera ha ricordato anche un precedente episodio: «Questo orrore si era già registrato due anni fa al Rifugio Lago Verde, noto anche come Rifugio Bessone, quando un cacciatore ha ucciso a colpi di fucile Argo e Fiamma, i due cani dei gestori».

In Consiglio regionale, annuncia, verrà depositata un’interrogazione: «Chiederemo giustizia per Rocky e per tutte le vittime – umane e non – di questa violenza travestita da tradizione. Ma soprattutto chiediamo un freno immediato alla caccia, un potenziamento dei controlli e una revisione delle norme regionali in materia, per garantire che queste tragedie non si ripetano più».

La vicenda di Rocky ha scosso l’opinione pubblica e rilanciato la battaglia contro la caccia indiscriminata. Per la LNDC Animal Protection, Rocky sarà ricordato come un simbolo di amore e libertà, vittima di una violenza che non deve restare impunita.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori