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Cronaca

Carabinieri, il dolore dell’Arma per Marco, Valerio e Davide: “Tre vite spezzate nell’adempimento del dovere” (VIDEO)

Una famiglia con precedenti per minacce e bombole di gas ha provocato la deflagrazione. Undici carabinieri, tre poliziotti e un vigile del fuoco feriti. L’Arma: “Eroi fino all’estremo sacrificio”.

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Carabinieri, il dolore dell’Arma per Marco, Valerio e Davide: “Tre vite spezzate nell’adempimento del dovere” (VIDEO)

Una deflagrazione devastante, un casolare ridotto in macerie, tre uniformi rimaste sotto le rovine. Castel d’Azzano, provincia di Verona, è diventato teatro di una tragedia che ha spezzato la vita di tre carabinieri impegnati in un’operazione di servizio: il Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, 56 anni, Comandante della SOS del 4° Battaglione Veneto; il Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, anche lui 56enne; e il Carabiniere Scelto Davide Bernardello, 36 anni.

L’esplosione è avvenuta nella mattinata di martedì 14 ottobre, durante un intervento nei pressi di un’abitazione dove vivevano tre fratelli, due uomini e una donna, agricoltori e allevatori con gravi problemi economici, già noti per due episodi analoghi nel 2024. Anche allora avevano minacciato di farsi esplodere aprendo bombole di gas per opporsi a un pignoramento.

Secondo una prima ricostruzione, la deflagrazione è stata innescata al momento dell’irruzione delle forze dell’ordine. Il casolare, già saturo di gas, è esploso all’apertura della porta principale, travolgendo militari e agenti. L’edificio, su due piani, è completamente crollato. In totale, 15 persone sono rimaste ferite: undici carabinieri, tre poliziotti e un vigile del fuoco. I tre fratelli, ritenuti responsabili dell’accaduto, sono stati fermati.

Le operazioni di sgombero e soccorso sono proseguite per ore, in un silenzio rotto solo dalle sirene e dal crepitio dei detriti. Tra le macerie, i Vigili del fuoco hanno trovato i corpi dei tre carabinieri, che stavano compiendo il loro dovere.

Il sindacato Sim Carabinieri, in una nota, ha espresso “il più profondo cordoglio per la tragica scomparsa dei tre colleghi”, ricordando come “Marco, Valerio e Davide erano uomini valorosi, solari e sempre disponibili, stimati dai colleghi e amati dalle comunità in cui prestavano servizio”.

Nel messaggio ufficiale diffuso dall’Arma dei Carabinieri, le parole pesano come pietre: «Siamo vicini, con commozione e rispetto, alle famiglie dei militari deceduti e ai colleghi feriti – ai quali auguriamo una pronta guarigione. È un giorno di lutto e dolore profondo per tutta l’Arma e per chi, come noi, ne rappresenta ogni singolo appartenente. Non è il momento delle polemiche, ma del silenzio, del rispetto e della vicinanza concreta».

L’intervento in quella casa di campagna era stato programmato da giorni. Le forze dell’ordine sapevano che la situazione era ad alto rischio: i tre fratelli avevano già minacciato più volte di “saltare in aria” alla vista di un ufficiale giudiziario. Per questo, oltre ai militari dell’Arma, erano stati fatti arrivare gli agenti dell’UOPI, i reparti speciali della Polizia di Stato addestrati alle operazioni antiterrorismo. Ma nessuno poteva prevedere che, all’apertura della porta, si sarebbe scatenato l’inferno.

All’interno del casolare, gli investigatori hanno trovato numerose bombole di gas e i resti di alcune molotov, prova che l’esplosione non è stata accidentale ma provocata deliberatamente. Secondo le prime ipotesi, i tre fratelli avrebbero saturato l’ambiente di gas prima di dare fuoco all’abitazione.

Il presidente del Veneto, i sindaci della zona e i rappresentanti delle forze dell’ordine hanno espresso cordoglio unanime. Tutti hanno ricordato l’impegno quotidiano di chi indossa una divisa, pronto a rischiare la vita per garantire sicurezza. Il Comandante generale dell’Arma ha disposto che in tutti i comandi provinciali venga osservato un minuto di silenzio in memoria dei tre caduti.

Le immagini diffuse dai soccorsi mostrano un campo di macerie, auto di servizio distrutte, e il volto stravolto dei colleghi che hanno scavato a mani nude nel tentativo di salvare gli amici rimasti sotto le rovine.

La morte di Marco, Valerio e Davide segna l’ennesimo tributo pagato da chi serve lo Stato con disciplina e onore. Uomini che hanno scelto di “esserci sempre”, anche davanti al pericolo, fino all’estremo sacrificio.

La loro memoria si aggiunge a quella di tanti altri carabinieri, poliziotti e vigili del fuoco che hanno perso la vita “nell’adempimento del dovere”, un’espressione che racchiude il senso più alto del servizio pubblico.

L’Italia intera, in queste ore, si stringe attorno alle loro famiglie e all’Arma, in un abbraccio che vuole essere più di una semplice commemorazione: il riconoscimento di un coraggio che non muore.

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