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Da Gaza a Torino, la rabbia non si ferma: nuova manifestazione per la Flotilla

Tra gli arrestati c'è anche un medico di Settimo Torinese

Torino torna in piazza per la flotilla: 9 italiani fermati, tra loro il medico Francesco Prinetti

Torino torna in piazza per la flotilla: 9 italiani fermati, tra loro il medico Francesco Prinetti

Si riaccende la mobilitazione pro Palestina a Torino dopo il nuovo intervento della marina israeliana contro la seconda flottiglia diretta a Gaza. Il coordinamento Torino per Gaza ha annunciato per la serata di mercoledì 8 ottobre una manifestazione in piazza Castello, alle ore 20.30, preceduta da un’assemblea aperta alle 18. Il messaggio lanciato dagli organizzatori è diretto e senza mezzi termini: «È ora di tornare in piazza, il genocidio non si ferma, Torino non si ferma».

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L’iniziativa nasce come risposta immediata al blocco delle imbarcazioni Freedom Flotilla Coalition e Thousand Madleens, intercettate e abbordate nella notte tra il 7 e l’8 ottobre dalle forze navali israeliane, mentre tentavano di rompere il blocco marittimo imposto su Gaza per aprire un corridoio umanitario permanente.

A bordo delle navi si trovavano medici, giornalisti e politici, provenienti da diversi Paesi, tra cui nove attivisti italiani che risultano arrestati e in attesa di espulsione e rimpatrio. Tra loro anche il medico settimese Francesco Prinetti.

La nuova manifestazione si inserisce nel solco di quella del 7 ottobre, quando un corteo non autorizzato aveva attraversato il centro della città in segno di protesta contro le operazioni militari israeliane e a sostegno della Global Sumud Flotilla, anch’essa intercettata nelle scorse settimane.

Questa volta, spiegano gli organizzatori, l’appello è rivolto a tutta la cittadinanza per sostenere il cosiddetto “equipaggio di terra”, ovvero chi, da Torino e da altre città italiane, continua a mobilitarsi in solidarietà con gli attivisti in mare e con la popolazione di Gaza. «Continuare a essere l’equipaggio di terra per far cessare il genocidio a Gaza e per fermare il nostro Governo complice di Israele», dichiarano Usb e Potere al Popolo, che hanno già confermato la loro presenza in piazza nella serata di mercoledì.

Non essendo stato presentato alcun preavviso formale per la manifestazione dell’8 ottobre, non è stata rilasciata alcuna autorizzazione ufficiale. Ciononostante, la piazza torinese si prepara a un’altra serata di protesta, con l’obiettivo di mantenere alta l’attenzione sul destino degli attivisti fermati e sul dramma umanitario che continua a colpire la Striscia di Gaza.

Aggiornamento delle 21:00

Circa duemila persone hanno sfilato questa sera per le vie del centro di Torino nel nuovo corteo pro Palestina organizzato in solidarietà con la Freedom Flotilla e la Thousand Madleens, le imbarcazioni bloccate nei giorni scorsi dalla marina israeliana mentre tentavano di raggiungere Gaza.

La manifestazione, promossa dal coordinamento Torino per Gaza, è partita da piazza Castello dopo un’assemblea pubblica e si inserisce nel lungo ciclo di mobilitazioni che da settimane coinvolge la città. Dal palco, gli organizzatori hanno lanciato un messaggio forte: «Dopo l’assemblea e dopo due settimane di mobilitazione ripartiamo per ribadire la nostra posizione di condanna del genocidio, la nostra volontà di avere una Palestina libera».

In testa al corteo, uno striscione con la scritta «Il Piemonte sa da che parte stare. Palestina libera, ora e sempre resistenza». Tra gli slogan scanditi al microfono anche «Siamo in tantissimi anche stasera, dopo decine e decine di mobilitazioni: questa città non si stanca, questa città è molto più che gemellata, è la città in cui nasce il desiderio di essere palestinesi».

In piazza anche Abderrahmane Amajou, presidente di Action Aid Italia e fondatore di Codiasco Piemonte, appena rientrato in Italia dopo essere stato arrestato dalle autorità israeliane durante la missione della Global Sumud Flotilla. L’attivista ha raccontato la sua esperienza nel carcere del sud di Israele: «Sono tra le persone dell’ultima delegazione che ha lasciato quelle brutte celle, quella brutta prigione nel sud di Israele. Sapevamo di essere in una posizione privilegiata, che nessuno di noi si sarebbe fatto gravemente male o sarebbe stato ucciso».

Abderrahmane Amajou a Torino in assemblea

Amajou ha poi aggiunto: «La notizia più bella che ho ricevuto quando ero là, prigioniero, è stata sapere che in Italia le piazze erano piene. Grazie a quelle piazze i momenti di sofferenza sono spariti. Molti ci dicono ‘siete stati degli eroi’, ma per noi il motore di questo viaggio non era il gasolio delle barche, ma le piazze», accolto da un lungo applauso dei manifestanti.

Per motivi di sicurezza, il Gruppo Torinese Trasporti (GTT) ha comunicato la chiusura temporanea dei varchi di accesso alla metropolitana nelle stazioni di Porta Susa e Porta Nuova, su richiesta delle autorità di pubblica sicurezza. La metropolitana è rimasta in funzione, ma con limitazioni per l’accesso dei passeggeri, mentre le forze dell’ordine hanno disposto anche la chiusura temporanea dei cancelli interni di collegamento tra la stazione ferroviaria e la metro a Porta Nuova, oltre che degli ingressi principali delle due stazioni.

La mobilitazione, che si è svolta finora in modo pacifico, si aggiunge alle numerose iniziative analoghe organizzate in questi giorni in tutta Italia per chiedere la fine del blocco navale e il rilascio degli attivisti detenuti.

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