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Cronaca
05 Ottobre 2025 - 12:05
E' Asia Oddenino, 18 anni, la ragazza morta nell'incidente di Settimo Vittone
Un viaggio tra amici, la strada provinciale che costeggia un canale e una notte qualunque trasformata in tragedia. Asia Oddenino, 18 anni compiuti ad agosto, è morta dopo che l’auto su cui viaggiava con altri tre ragazzi è finita fuori strada a Settimo Vittone, in provincia di Torino.
Il dolore corre tra Oulx, dove viveva con la famiglia, e le valli olimpiche da cui arrivavano gli amici: una comunità intera si ritrova sospesa tra incredulità e domande.
Inutile, purtroppo, la corsa in ospedale
Secondo le prime informazioni, i quattro giovani — originari di Oulx, Salbertrand e Sestriere — viaggiavano lungo la provinciale di Settimo Vittone a bordo di una Land Rover Defender. Per cause ancora da accertare, il conducente ha perso il controllo del mezzo: il fuoristrada è uscito dalla carreggiata e si è ribaltato, finendo lungo la scarpata che costeggia un canale. I ragazzi sono rimasti incastrati tra le lamiere. All’arrivo dei soccorsi, per Asia la situazione è apparsa da subito disperata. I sanitari hanno tentato più volte di rianimarla. La giovane è deceduta durante il trasporto verso l’ospedale di Ivrea, dove sono stati ricoverati anche i suoi amici.
Aveva appena iniziato la sua maggiore età, con quella promessa di futuro che si leggeva persino nella sua bio sui social: “Vivi una vita che ricorderai”. Viveva a Oulx con la famiglia; il padre è avvocato. Un profilo discreto, una frase che oggi suona come un congedo prematuro e che restituisce, più di molte parole, la misura della perdita.
I tre amici rimasti feriti sono ora all’ospedale di Ivrea: le loro condizioni non sono state dettagliate ufficialmente, ma risultano affidati alle cure dei medici. La dinamica dell’incidente è al vaglio: si cercherà di capire come il Defender abbia potuto sbandare su quel tratto, se a incidere siano stati un errore umano, la velocità, lo stato del fondo stradale o altri fattori. È il tempo della cautela e dei rilievi, non delle conclusioni affrettate.
C’è una costante che attraversa tragedie come questa: l’istante in cui l’ordinario si spezza. Strade provinciali, rientri notturni, l’energia di un gruppo di ragazzi e la fragilità che basta a capovolgere una vita.
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