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Cronaca
03 Ottobre 2025 - 10:54
Ferrari e Lamborghini fanno una gara clandestina sulla Torino-Milano: tre svizzeri fermati dalla Polizia
L’asfalto dell’A4 Torino-Milano, in una domenica pomeriggio di traffico ordinario, si è trasformato per pochi minuti in una pista clandestina. Due Lamborghini e una Ferrari, guidate da tre cittadini svizzeri tra i 30 e i 40 anni, hanno deciso di misurarsi in una sfida di velocità lanciata a tutto gas lungo una delle arterie più trafficate del Paese. Il loro convoglio era seguito da almeno otto altre supercar, a testimonianza di un viaggio organizzato all’insegna dell’esibizione.
La corsa non è durata a lungo. Allertata dalle segnalazioni e insospettita dalle manovre pericolose, la Polizia stradale di Novara, sottosezione Novara Est, è intervenuta con due pattuglie. Fermare un gruppo di vetture simili, lanciate a velocità che le prime ricostruzioni definiscono “altissime”, non è stato semplice. Gli agenti hanno dovuto attivare la procedura della safety car, rallentando e compattando il traffico circostante fino a creare un varco sicuro per intercettare i tre bolidi. Un’operazione delicata, durata diversi minuti, che ha consentito di interrompere una sfida che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia.
I tre conducenti sono stati denunciati e si sono visti ritirare immediatamente la patente, oltre a dover assistere al sequestro amministrativo delle loro auto, provvedimento che anticipa la confisca definitiva. Non si parla di utilitarie: due Lamborghini e una Ferrari di ultima generazione, veicoli dal valore complessivo di diversi milioni di euro, oggi custoditi in deposito giudiziario. Per i proprietari, il rischio non è solo penale ma anche patrimoniale, con conseguenze pesanti sul piano economico.
La dinamica, per la Stradale, è chiara: un comportamento che non ha nulla a che vedere con la semplice violazione del codice della strada. Si tratta di una vera e propria gara clandestina, punita severamente dalla normativa. In autostrada non c’erano avversari consapevoli, ma automobilisti ignari, famiglie e mezzi pesanti. Bastava un ostacolo improvviso o una manovra imprevista per trasformare la corsa in una catena di incidenti potenzialmente mortali.
Non è un episodio isolato. Negli ultimi anni le autorità hanno registrato un aumento di raduni e “cavalcate” di supercar sulle principali direttrici autostradali, spesso organizzate sui social e accompagnate dal mito della velocità come status symbol. La differenza, sottolineano gli investigatori, è che le strade pubbliche non sono piste: non hanno vie di fuga, barriere di protezione o spazi dedicati alla sicurezza. Ogni sorpasso azzardato diventa un rischio collettivo, ogni accelerazione uno schiaffo alla prudenza.
Il sequestro dei veicoli lanciati a tutta potenza sull’A4 è quindi anche un messaggio politico e sociale: la strada non è un’arena e chi la trasforma in terreno di esibizione deve risponderne penalmente e civilmente. Per gli automobilisti sorpresi in quella corsa improvvisata resterà il ricordo di un pomeriggio in cui, senza volerlo, si sono trovati al centro di un duello da milioni di euro. Per la Polizia, invece, è stata la conferma che la vigilanza costante e le procedure di sicurezza possono evitare che la follia di pochi diventi tragedia per molti.
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