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Cronaca

Val Sangone sotto choc: arrestato il marito della tata per presunti abusi su minori

Uomo sulla sessantina in custodia. Almeno due presunte vittime. Fascicolo a Torino, pm Eleonora Sciorella; famiglie assistite da Victor Tizzani

Abusi su minori

Abusi su minori in Val Sangone, arrestato il marito di una baby-sitter: la Procura di Torino indaga

Per anni era stata una presenza familiare e rassicurante. Una tata-educatrice conosciuta e stimata in Val Sangone, cui diversi nuclei affidavano con serenità i propri bambini. Poi, all’improvviso, una segnalazione ha incrinato quell’immagine, facendo emergere una vicenda che oggi scuote l’intera comunità. Non la donna, ma il marito — un uomo sulla sessantina senza legami con il mondo dell’infanzia — è stato arrestato nelle scorse settimane con l’accusa di abusi sessuali su minori.

Secondo gli inquirenti, approfittando della presenza in casa di bambini seguiti dalla moglie, l’indagato li avrebbe avvicinati in più occasioni. Da una prima testimonianza, raccolta e formalizzata dagli investigatori, sarebbero scaturite ulteriori verifiche che hanno portato a contattare altre famiglie. E proprio da un nuovo colloquio con una seconda minore sono arrivati elementi considerati compatibili con un’ipotesi di reiterazione degli abusi.

La Procura di Torino, con la pm Eleonora Sciorella, ha aperto un fascicolo per delineare il quadro dei fatti. L’arresto, eseguito poche settimane fa, rappresenta un passaggio cruciale ma non definitivo: le indagini sono solo all’inizio e puntano a definire l’estensione temporale degli episodi, il numero delle vittime e la frequenza con cui sarebbero accaduti. Gli investigatori stanno raccogliendo dichiarazioni, acquisendo riscontri e predisponendo audizioni protette per le minori coinvolte.

Un ruolo fondamentale è affidato agli avvocati che assistono le famiglie. I genitori di una delle bambine hanno scelto come legale Victor Tizzani, chiamato a garantire la tutela della piccola e a seguire il percorso giudiziario. La Procura, dal canto suo, ha ribadito la necessità di mantenere la massima riservatezza: nessun dettaglio che possa portare all’identificazione delle vittime sarà reso pubblico, nel rispetto delle garanzie e della protezione dei minori.

Restano però diversi nodi aperti: quanti episodi si sono realmente verificati? Quanto a lungo sarebbero durati i comportamenti contestati? E soprattutto: ci sono altre famiglie, altre bambine potenzialmente coinvolte? Domande che troveranno risposta solo con il prosieguo delle indagini e con l’esame puntuale delle testimonianze.

Il caso tocca corde sensibili perché mette in discussione uno dei rapporti più fragili e preziosi: quello tra i genitori e chi, al loro posto, si prende cura dei figli. La fiducia riposta in figure educative che entrano nelle case e partecipano alla quotidianità dei bambini viene ferita da un sospetto così grave. È un campanello d’allarme che ricorda quanto siano necessari strumenti di vigilanza, canali di ascolto e formazione continua per intercettare segnali spesso sottili, invisibili per mesi o anni.

L’inchiesta è appena iniziata, ma l’arresto dell’uomo ha già scosso la Val Sangone. Una comunità che ora attende sviluppi, divisa tra incredulità e rabbia, e che si ritrova a fare i conti con una vicenda che mette al centro i più vulnerabili. Saranno le aule giudiziarie a stabilire le responsabilità, mentre l’urgenza resta una sola: garantire ai bambini ascolto, protezione e giustizia.

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