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28 Settembre 2025 - 11:43
Una mattinata di motori, precisione e ripartenze lampo: sopra il Canavese l’Aeronautica Militare ha trasformato il cielo in una pista didattica a grande quota.
Protagonista un Boeing KC-767A, arrivato dal Lazio, che ha collezionato una serie di atterraggi simulati sulla pista di Caselle prima di tornare su, con la regolarità di un metronomo. Un addestramento essenziale, discreto ma eloquente, di quelli che raccontano, senza proclami, lo stato di forma di una macchina e di un equipaggio.
Secondo le tracce pubbliche di FlightRadar, il velivolo ha più volte sorvolato l’area aeroportuale di Caselle, disegnando ampie traiettorie che hanno interessato Rivarolo Canavese, Leini, Feletto, Bosconero, San Benigno Canavese e diversi Comuni limitrofi. La sequenza di touch-and-go — tocco di ruote e immediata ripartenza — è un classico della formazione: serve a perfezionare coordinazione, tempi, gestione dei parametri e prontezza nelle fasi più delicate del volo.
Il protagonista è il KC-767A, versione da rifornimento in volo e trasporto derivata dal commerciale 767-200 Extended Range: un aereo militare progettato e costruito da Boeing negli Stati Uniti, con una quota industriale del 15% firmata Aeritalia, oggi Leonardo Aircraft. È un assetto che unisce autonomia e flessibilità, pensato per allungare il respiro operativo delle flotte e, quando serve, trasformarsi in cargo o aereo passeggeri.
Sul sito dell’Aeronautica Militare, il Ministero della Difesa ne sintetizza la versatilità:
“Il velivolo si può allestire in tre diverse configurazioni… con un carico utile fino a 25.000 kg: nella CARGO si possono imbarcare 19 pallet militari NATO standard; la FULL PAX ospita fino a 192 passeggeri con relativi bagagli e la COMBI imbarca fino a 100 passeggeri e 10 pallet militari NATO standard. In tutte le configurazioni KC-767A garantisce un’elevata autonomia di volo e di carico, anche grazie alla capacità di essere rifornito in modo da estendere il proprio raggio d’azione”.
Dati che spiegano, meglio di qualsiasi slogan, perché questi mezzi siano considerati moltiplicatori di capacità.
La scelta del Canavese e dell’aeroporto di Caselle per un ciclo di addestramento mattutino non sorprende: l’area offre corridoi aerei adatti a circuiti ripetuti, con spazi sufficienti a gestire in sicurezza traiettorie e avvicinamenti. La mappa dei sorvoli — da Rivarolo a Leini, passando per Feletto, Bosconero e San Benigno — delimita una sorta di “circuito didattico” coerente con le esigenze di prova e con il traffico civile in area.
Se i dettagli tecnici raccontano la macchina, la scena di oggi dice molto anche dell’organizzazione. Il training continuo è la condizione per garantire tempi rapidi, procedure standardizzate e impiego efficace dei mezzi. Non è un caso se, oltre al ruolo di “tanker”, il KC-767A adotta standard NATO per i carichi: la compatibilità logistica è parte della prontezza operativa.
A ogni tocco di pista corrisponde un gesto ripetuto, controllato, che alla lunga fa la differenza quando l’imprevisto diventa quotidiano.
Nella fusoliera del 767 militare c’è anche una fetta di Italia: quel 15% di quota industriale, eredità di Aeritalia e oggi in capo a Leonardo Aircraft, testimonia una filiera nazionale inserita in un programma internazionale. Una partecipazione che non è solo simbolica, ma concreta: know-how, processi, componenti, lavoro qualificato.
È il lato meno visibile del volo, eppure decisivo per mantenerlo affidabile. Alla fine, resta l’immagine di un aereo che “tocca e va”, senza clamore, su un territorio che osserva il passaggio come parte della propria quotidianità.
È il segno di una routine ben oliata, dove tecnologia, formazione e industria si incontrano: un triangolo che, oggi come ieri, permette al Paese di tenere il passo e, quando serve, di allungarlo.
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