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Cronaca

Presunti abusi su una bambina di 11 anni, rinviato a giudizio il compagno della madre

Indagini su 14 mesi di presunti abusi. La famiglia è parte civile.

Presunti abusi su una bambina di 11 anni, rinviato a giudizio il compagno della madre

Presunti abusi su una bambina di 11 anni, rinviato a giudizio il compagno della madre

Un’infanzia tradita nel luogo che dovrebbe essere il più sicuro: la casa. A Torino, un uomo è stato rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale aggravata su una bambina che, al momento del primo presunto abuso, aveva solo undici anni. È una vicenda che interroga e ferisce, ma che va raccontata con rigore: le accuse sono gravi e al centro di un processo, dove la presunzione d’innocenza resta un principio non negoziabile. In aula, però, confluiranno mesi di indagini, testimonianze e riscontri che hanno convinto la Procura a sostenere l’impianto accusatorio.

Secondo la contestazione della Procura, l’uomo — torinese, compagno della madre della minore e suo tutore — avrebbe approfittato del rapporto di fiducia e dell’autorità esercitata in ambito familiare. I fatti sarebbero avvenuti in casa, in camera da letto o in salotto, mentre la madre era assente. La Procura parla di “violenza, minacce e abuso di autorità”, con l’aggravante legata alla giovanissima età della vittima.

Il primo episodio risalirebbe al 2021, quando la bambina aveva undici anni. Gli inquirenti hanno ricostruito un arco di presunti abusi durato almeno quattordici mesi. La minore avrebbe atteso alcuni mesi prima di confidarsi: lo ha fatto dapprima con il padre e con la compagna di lui. A quel punto il padre ha informato l’ex compagna, madre della ragazza, e ha sporto denuncia, innescando l’azione penale.

L’inchiesta è coordinata dalla sostituta procuratrice Monica Supertino. Dalle prime verifiche sarebbero emersi elementi ritenuti coerenti con i racconti della minore, tanto da portare, nei giorni scorsi, al rinvio a giudizio dell’indagato. Il procedimento proseguirà nel rispetto dei tempi della giustizia e della riservatezza dovuta, soprattutto quando a essere coinvolta è una persona minorenne.

L’imputato comparirà in aula assistito dall’avvocata Barbara Passanisi. La vittima e i suoi genitori si sono costituiti parti civili, rappresentati dagli avvocati Luca Calabrò e Marina Turco. La prossima udienza è fissata per settembre 2026. Sarà una fase processuale decisiva, nella quale le versioni saranno vagliate e le prove discusse nel contraddittorio tra le parti.

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