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Cronaca

Biglietti fantasma per Vasco: fan truffato in Alto Adige, denunciato un 42enne torinese

Aveva versato 265 euro per tre ticket del concerto a Udine, ma non li ha mai ricevuti. I carabinieri individuano il presunto responsabile e mettono in guardia contro le offerte troppo allettanti online

Il sindaco accusato di falso in Bilancio, cita Vasco Rossi: "Noi siamo ancora qua, eh già!"

In foto la rock star Vasco Rossi

Aveva già fatto il conto alla rovescia: il 28 giugno del prossimo anno, Udine, Stadio Friuli, Vasco Rossi sul palco davanti a decine di migliaia di fan. Una data cerchiata in rosso, il sogno di una serata di musica ed emozioni che però per un cittadino di San Candido, in Alto Adige, si è trasformato in una brutta avventura. L’uomo aveva acquistato tre biglietti tramite un’inserzione online, pagando con bonifico bancario 265 euro. Ma i preziosi tagliandi non sono mai arrivati.

Dopo settimane di attesa, tra telefonate senza risposta e messaggi caduti nel vuoto, la vittima ha capito di essere rimasta intrappolata in una trappola ben congegnata. Così si è rivolta ai carabinieri per denunciare l’accaduto. Da quel momento è partita un’indagine accurata da parte dell’Arma, che ha seguito il percorso del denaro versato fino ad arrivare a identificare il presunto autore della frode: un uomo di 42 anni residente in provincia di Torino, deferito in stato di libertà con l’accusa di truffa.

La storia, che rimbalza dalle montagne dell’Alto Adige fino al Piemonte, mette in luce una piaga sempre più diffusa: le truffe online legate al mercato parallelo dei biglietti per concerti ed eventi sportivi. I malintenzionati si muovono soprattutto sul web, sfruttando la passione e l’entusiasmo dei fan. E quando si parla di Vasco Rossi, la domanda è così alta che trovare biglietti diventa un’impresa. Così c’è chi approfitta dell’impazienza e della disponibilità a pagare pur di non mancare al grande appuntamento.

Nella nota diffusa, i carabinieri non si limitano a rendere noto il risultato dell’indagine, ma lanciano anche un avvertimento generale. “Diffidare di inserzioni eccessivamente convenienti, verificare l’affidabilità del venditore e privilegiare piattaforme ufficiali o canali di pagamento sicuri”, scrivono. Un consiglio che sembra elementare, ma che di fronte al desiderio di accaparrarsi un posto sotto il palco spesso passa in secondo piano.

Il fenomeno, in realtà, è tutt’altro che marginale. Secondo le associazioni dei consumatori, ogni anno migliaia di persone in Italia restano vittime di raggiri analoghi: biglietti mai spediti, codici falsi, inserzioni farlocche che spariscono nel nulla dopo aver incassato il denaro. L’esplosione della compravendita tra privati, attraverso social network o siti di annunci, ha moltiplicato le occasioni per i truffatori. E a pagarne le conseguenze sono i fan, che oltre a perdere i soldi rischiano di non poter partecipare a un evento attesissimo.

La vicenda di San Candido rappresenta dunque un monito. Da un lato dimostra che, grazie al lavoro delle forze dell’ordine, spesso i responsabili vengono individuati e perseguiti. Dall’altro ricorda che la prudenza è l’unico vero strumento di difesa contro le truffe. Perché dietro un’offerta imperdibile può nascondersi l’ennesimo inganno.

E mentre l’inchiesta giudiziaria farà il suo corso, resta l’amarezza di un fan che immaginava di cantare a squarciagola “Siamo solo noi” e che invece si ritrova con un pugno di mosche. Una lezione costosa, ma utile a ricordare che in tempi di caccia al biglietto conviene affidarsi solo ai canali ufficiali. Insomma, per assistere a un concerto di Vasco serve un po’ di fortuna, ma soprattutto tanta attenzione.

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