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27 Settembre 2025 - 11:24
Multe e sequestri a Porta Palazzo: il mercato più grande d’Europa sotto la lente dei Nas
Il mercato centrale di Porta Palazzo, simbolo di Torino e orgoglio delle sue tradizioni popolari, torna al centro delle cronache non per i suoi colori, i profumi e la vitalità, ma per l’ennesimo blitz delle forze dell’ordine. I Carabinieri del Nas, il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità, hanno infatti condotto una vasta operazione di controllo che ha portato a un bilancio pesantissimo: sanzioni amministrative per circa 40 mila euro e il sequestro di quantità ingenti di prodotti alimentari risultati privi di etichettatura o di tracciabilità, oltre a decine di venditori abusivi fermati durante le ispezioni.
Il cuore pulsante del commercio torinese, da sempre crocevia di culture, merci e persone, conferma così anche il suo lato oscuro: quello dell’illegalità diffusa, dell’abusivismo e della scarsa attenzione alla sicurezza alimentare. I controlli, spiegano i militari, sono stati mirati proprio a verificare due aspetti critici: da un lato la genuinità dei prodotti messi in vendita, dall’altro la regolarità degli ambulanti che, troppo spesso, operano senza permessi e senza rispettare le regole basilari di igiene e tracciabilità.
Il bottino dei sequestri parla da solo. In un solo giorno sono stati sottratti al commercio 72 litri di latte – nelle varianti fresco, crudo e kefir – completamente privi di etichettatura obbligatoria o di ogni indicazione sulla provenienza. Prodotti che, presentati come genuini o addirittura “artigianali”, rischiavano invece di finire sulle tavole dei consumatori senza alcuna garanzia.
Ma non è tutto. Le ispezioni hanno portato al sequestro di 150 chili di carni, prodotti ittici e caseari conservati in maniera non conforme alle norme igienico-sanitarie. In altre parole, prodotti che viaggiavano senza il rispetto della catena del freddo o stoccati in condizioni non adatte, con il rischio di contaminazioni e proliferazioni batteriche. Una situazione che, se non intercettata, avrebbe potuto trasformarsi in un serio pericolo per la salute pubblica.
A ciò si aggiungono 350 chili di prodotti carnei e ittici completamente privi di tracciabilità, cioè senza alcun documento che ne certificasse l’origine e il percorso dal produttore al banco del mercato. Un dato che solleva domande pesanti: da dove provenivano? In quali condizioni sono stati trasportati? E soprattutto, con quali rischi per i consumatori?
Infine, non meno rilevante, il sequestro di 200 litri di olio esposti alla vendita senza alcuna documentazione che ne attestasse la provenienza. Un prodotto che, per i consumatori, rappresenta un elemento base della dieta mediterranea, ma che in questo caso rischiava di trasformarsi in un’incognita totale.
L’operazione dei Carabinieri del Nas non è un episodio isolato, ma si inserisce in una strategia più ampia di controllo che ha riguardato anche altri esercizi commerciali del territorio: punti ristoro, stabilimenti balneari e montani, strutture ricettive. In tutti i casi, l’obiettivo è lo stesso: garantire che ciò che finisce sulle tavole dei cittadini rispetti le norme di igiene, tracciabilità e sicurezza.
Porta Palazzo, tuttavia, resta un osservato speciale. Conosciuto come il mercato all’aperto più grande d’Europa, il quartiere che lo ospita è da anni terreno fertile per l’abusivismo commerciale e per pratiche scorrette che convivono accanto ai banchi storici e ai commercianti regolari. Un mix che rende il mercato affascinante e contraddittorio: vetrina della multiculturalità da un lato, simbolo di degrado dall’altro.
I numeri dell’operazione parlano chiaro: 40 mila euro di sanzioni, oltre 770 chili di prodotti sequestrati e centinaia di litri di bevande e oli sottratti alla vendita. Un segnale forte, che testimonia quanto il problema sia radicato e quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione.
Il rischio, in assenza di controlli, è che il marchio di Porta Palazzo venga associato non più al folklore e alla ricchezza di tradizioni, ma al pericolo di imbattersi in prodotti non sicuri. Ed è proprio questa immagine che le istituzioni vogliono evitare, con un’azione che mira non solo a punire, ma anche a responsabilizzare.
Resta il paradosso: mentre Torino cerca di rilanciare la propria immagine come città del gusto e della buona tavola, con eventi dedicati all’enogastronomia e alla valorizzazione delle eccellenze, nel suo mercato simbolo si combatte ancora contro latte anonimo, carne senza documenti e olio di dubbia origine. Una contraddizione che stride e che, ancora una volta, mette in luce quanto la distanza tra le narrazioni ufficiali e la realtà quotidiana possa essere ampia.
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