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Cronaca
27 Settembre 2025 - 11:34
Murale per Charlie Kirk imbrattato in una notte: dal festival alla polemica
Appena inaugurata, già imbrattata. È durata meno di ventiquattr’ore l’opera dedicata a Charlie Kirk al Parco Dora, presentata ieri con tanto di taglio del nastro nell’ambito del festival “Giovani Adulti” promosso dalla Regione Piemonte. Stanotte qualcuno ha pensato bene di lasciarci sopra la propria firma: “+ Kirk” e “Acab” vergati con lo spray, e una croce piazzata proprio sul nome del protagonista, come a cancellarlo definitivamente. Un gesto che più che un vandalismo qualunque ha l’aria di una risposta politica.
Perché dedicare un murale a Charlie Kirk a Torino, nel cuore di un parco che da anni ospita graffiti e installazioni, non è mai stato un atto neutro. Kirk è una figura controversa, divisiva, simbolo per alcuni di libertà di parola, per altri di estremismo travestito da opinione. Già la sua morte, avvenuta poche settimane fa negli Stati Uniti durante una conferenza, aveva alimentato discussioni. Portarlo su un muro torinese come icona culturale, all’interno di un festival rivolto ai giovani, è stata una scelta che sapeva di provocazione, quasi una sfida.
Ed ecco puntuale la reazione, vernice alla mano. Il murale non è stato soltanto imbrattato: è stato colpito nei suoi simboli, con quelle tre lettere Acab e con il segno di croce sul nome, un gesto semplice e violento, che vuole negare l’omaggio. Nel quartiere, peraltro, il clima non era sereno già da tempo: durante un minuto di silenzio in consiglio di circoscrizione dedicato a Kirk, alcuni consiglieri di sinistra avevano abbandonato l’aula in segno di protesta.
A raccogliere subito la palla è stato l’assessore regionale Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, che accusa senza giri di parole: “Questi sono i frutti della loro campagna d’odio. Se in consiglio abbandoni l’aula per un minuto di silenzio, non puoi stupirti che il giorno dopo qualcuno cancelli un murale”. Una linea dura che trasforma l’imbrattamento in argomento di scontro politico.
E così il festival “Giovani Adulti”, pensato per promuovere dialogo e cultura, si ritrova incastrato in una polemica che poco ha a che fare con i libri, le conferenze o la musica. A Torino capita spesso: i muri parlano, ma non sempre dicono quello che gli organizzatori si aspettano. E quando il soggetto scelto è un personaggio come Kirk, controverso già in vita e ancor di più dopo la morte, la vernice spray era, se non inevitabile, quantomeno prevedibile.
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