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Cronaca

Parla il pastore morso da un lupo in Val Chisone: paura e polemiche in montagna

Ettore Canton, allevatore di 61 anni di Usseaux, ferito mentre difendeva una pecora del gregge. Il guardaparco: “Probabile reazione istintiva, non una vera aggressione”

Faccia a faccia con il lupo: avvistamenti nelle campagne intorno a Chivasso. Decine di segnalazioni su facebook

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Una scena che sembrava uscita da un racconto di montagna si è trasformata in pochi attimi in un episodio di cronaca che farà discutere. Ettore Canton, allevatore di 61 anni di Usseaux, in Alta Val Chisone, è stato morso a una gamba da un lupo mentre cercava di difendere una pecora del suo gregge.

Il racconto dell’allevatore è vivido: “Quando ho visto la pecora in pericolo, aggredita da due lupi, non ci ho pensato due volte. Con l’aiuto del mio cane pastore maremmano mi sono lanciato verso l’animale per salvarla. Uno dei due lupi è fuggito subito, l’altro invece mi è venuto incontro e mi ha azzannato alla gamba. È stato questione di attimi: ha mollato la presa e se n’è andato. Ma quella reazione, così improvvisa, mi ha davvero scosso”.

L’uomo ha riportato ferite superficiali ed escoriazioni, ma lo spavento resta. Non tanto per i segni lasciati dai denti del predatore, quanto per l’idea di un contatto ravvicinato con un animale che, normalmente, rifugge l’uomo.

A chiarire i contorni della vicenda è intervenuto anche Davide Giuliano, guardaparco del Parco Orsiera Rocciavrè, chiamato per documentare l’episodio. Le sue parole invitano a non cedere a facili allarmismi: “Non sottovalutiamo quanto accaduto, ma è verosimile che si sia trattato di un gesto istintivo, più che di una vera e propria aggressione. Il lupo potrebbe essersi sentito minacciato dall’intervento inaspettato del pastore. In ogni caso monitoreremo la zona, per raccogliere dati e verificare il comportamento del branco”.

La vicenda rilancia inevitabilmente il dibattito sulla convivenza tra pastori e grandi predatori nelle valli alpine. I lupi, tornati da alcuni decenni a popolare stabilmente le montagne piemontesi, rappresentano una presenza sempre più frequente. Una presenza che da un lato arricchisce l’ecosistema, dall’altro acuisce tensioni e preoccupazioni tra chi vive di allevamento e pascolo.

L’episodio di Usseaux non è l’ennesimo attacco a un gregge – purtroppo non rari – ma segna un salto di qualità nel coinvolgimento diretto dell’uomo. Proprio per questo sarà oggetto di un’analisi accurata da parte delle autorità competenti. Intanto, Ettore Canton, nonostante la paura, non ha intenzione di abbandonare la montagna né il suo gregge: “Faccio questo mestiere da una vita, sono abituato a tante cose, ma questa esperienza mi rimarrà dentro. Non pensavo potesse accadere anche a me”.

Un morso, un brivido e molte domande aperte: tra tutela della fauna selvatica, sicurezza degli allevatori e difesa delle greggi, la Val Chisone si ritrova di nuovo al centro di una discussione che riguarda l’intero arco alpino.

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