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Cronaca

Bobine d’acciaio rubate a San Mauro, ritrovate a Settimo: si indaga per “razzia su commissione”

Colpo notturno alla ditta Canonico, 15 bobine per 30mila euro. Carabinieri recuperano nel campo di strada Cebrosa.

bobine d’acciaio rubate a san mauro, ritrovate a settimo: indagini sulla “razzia su commissione”

Ladri in azione tra San Mauro e Settimo nelle scorse notti. Nel mirino la ditta Canonico di corso Lombardia, nel polo industriale del Pescarito a San Mauro, azienda specializzata nel trattamento superficiale anticorrosivo di metalli e leghe per il settore automobilistico e, in misura significativa, anche per eolico, ferroviario, navale ed edilizio. I malviventi si sono intrufolati nel cuore della notte e hanno asportato una quindicina di bobine d’acciaio, per un valore complessivo stimato in quasi 30 mila euro: un carico pesante da prelevare e facile da piazzare se si dispone di canali rapidi nel mercato parallelo.

Dopo la denuncia dei titolari, i Carabinieri della Compagnia di Chivasso hanno avviato gli accertamenti di rito, estendendo le perlustrazioni all’area limitrofa, fino ai territori di Torino e Settimo. La svolta è arrivata con un controllo del territorio effettuato dalla Tenenza dei Carabinieri di Settimo: la pattuglia ha deciso di verificare anche il campo di strada Cebrosa. Proprio lì, nascoste tra cumuli di immondizia e camper, sono state rinvenute le bobine in acciaio sottratte all’azienda. Nessuno tra i presenti ha fornito una spiegazione plausibile sulla presenza del materiale. I militari hanno proceduto al sequestro e, quindi, alla restituzione delle bobine ai legittimi proprietari. Nel frattempo sono scattate circa una decina di denunce per furto, mentre gli approfondimenti investigativi proseguono per delineare responsabilità individuali e ricostruire la filiera dello smistamento.

La Canonico Srl

Secondo la prima lettura investigativa, il colpo potrebbe rientrare in una razzia su commissione. È un’ipotesi coerente con la tipologia del bottino: le bobine d’acciaio richiedono mezzi, logistica e sbocchi commerciali già predisposti. In questi casi, la sottrazione non è fine a se stessa, ma orientata a soddisfare un ordine preciso, con tempi rapidi di ricettazione. Una dinamica che spiega sia la scelta dell’obiettivo — un’azienda con metalli lavorati e standardizzati — sia la successiva necessità di occultare temporaneamente la merce in attesa del trasferimento.

Il furto di metalli non risparmia più solo il cosiddetto “oro rosso”, il rame: anche l’acciaio è sempre più nel mirino. Il meccanismo è noto agli investigatori: a prezzi sensibilmente inferiori rispetto ai listini ufficiali, le bobine rubate vengono piazzate in tempi brevi. Gli acquirenti? Anche aziende specializzate, non soltanto italiane ma pure estere, interessate ad abbattere i costi e aumentare i margini di profitto. Un circuito illecito che danneggia chi rispetta le regole e altera la concorrenza, oltre a generare rischi sulla tracciabilità dei materiali e sulla sicurezza delle lavorazioni.

Restano da verificare i passaggi chiave: chi ha organizzato la logistica del prelievo e del trasporto di circa 30 mila euro di materiale pesante; come e con quali mezzi siano state movimentate le bobine; quali canali di ricettazione fossero stati predisposti. È qui che si concentrano gli sforzi degli inquirenti. Sul piano della prevenzione, il settore metalmeccanico è chiamato a rafforzare sistemi di sorveglianza e inventario, adottare soluzioni di marcatura e tracciabilità delle bobine e vigilare sulle filiere d’acquisto: chi compra a prezzi “troppo buoni per essere veri” alimenta un circuito che penalizza il mercato leale e mette a rischio l’intera catena produttiva.

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