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Cronaca
31 Agosto 2025 - 11:16
Un fiore e un fischio in lontananza. A Brandizzo, nel giorno del ricordo della strage ferroviaria del 30 agosto 2023, il silenzio della memoria si è incrinato per un fuori programma: durante un presidio organizzato dall’Assemblea nazionale lavoratori manutenzione, i carabinieri hanno chiesto le generalità ai presenti. Sono partite grida di “Vergogna”, ma non sono seguiti provvedimenti. Resta in primo piano la domanda che ha mosso l’iniziativa: come si garantisce sicurezza in ogni fase della manutenzione ferroviaria?
I cinque operai morti
La comunità si è ritrovata per commemorare gli operai Giuseppe Aversa, Kevin Laganà, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Sorvillo e Michael Zanera, travolti da un treno lanciato a 160 chilometri orari mentre lavoravano sulla linea. Cinque nomi che, da allora, sono diventati un monito sulla necessità di procedure chiare e di controlli rigorosi nei cantieri ferroviari.
Ieri, 30 agosto 2023, l’Anlm ha organizzato un presidio, prima delle manifestazioni annunciate, per richiamare l’attenzione sulle criticità dei modelli di manutenzione ai sistemi ferroviari. Quando alcune decine di persone si sono radunate davanti alla stazione di Brandizzo, i carabinieri sono intervenuti chiedendo generalità e documenti d’identità. Dall’Arma precisano che la richiesta è scaturita per questioni legate al posizionamento dei manifestanti sul suolo pubblico. Non risultano provvedimenti per i presenti.
La tensione è salita, con alcuni manifestanti che hanno ripetuto a gran voce “Vergogna”. Un gesto di protesta che racconta lo scarto tra il bisogno di raccoglimento e la percezione di un controllo giudicato eccessivo. Resta il dato: il controllo si è chiuso senza sanzioni.
Il presidio ha riportato al centro il tema per cui ci si era radunati: la sicurezza dei modelli di manutenzione. L’obiettivo dichiarato dagli organizzatori era accendere i riflettori su procedure, catene di responsabilità e modalità operative nei cantieri ferroviari. È qui che si gioca la sostanza del dibattito pubblico: prevenire significa investire in formazione, coordinamento e rispetto rigoroso dei protocolli, affinché il lavoro di notte, a binari attivi o in prossimità della linea, non diventi una roulette.
Nel nome di Giuseppe Aversa, Kevin Laganà, Saverio Giuseppe Lombardo, Giuseppe Sorvillo e Michael Zanera, la comunità chiede che il ricordo non si fermi alle corone di fiori. Il rispetto dovuto alle vittime passa da un sistema che metta al centro la sicurezza e da una vigilanza attenta anche nei momenti di commemorazione, dove ordine pubblico e libertà di espressione devono trovare equilibrio.
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