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Attualià
26 Agosto 2025 - 17:47
Carcere di Ivrea
Ancora una volta la Casa Circondariale di Ivrea torna al centro della cronaca per una sequenza di episodi che fotografano con crudezza la condizione di emergenza permanente vissuta dal personale di Polizia Penitenziaria. Il 25 agosto 2025, infatti, due agenti sono stati aggrediti a distanza di poche ore, mentre stamattina un detenuto ha inscenato una protesta arrampicandosi sul tetto del cortile passeggio, costringendo i colleghi a un nuovo estenuante intervento di mediazione.
La giornata di ieri si è aperta con un primo episodio poco dopo le nove del mattino. Intorno alle 9:10, un agente ha riportato lesioni lievi mentre tentava di sedare uno scontro tra due detenuti. Prognosi di un giorno, ma con l’ennesimo carico di stress su un personale già provato. Ben più grave quanto accaduto alle 13:15, quando un giovane detenuto di origine nordafricana, vent’anni circa, ha reagito violentemente a un diniego. Il detenuto pretendeva di accedere immediatamente all’infermeria; di fronte alla richiesta di attendere ha spinto e colpito con un pugno al volto un agente, provocandogli anche una contusione alla mano destra. Per lui la prognosi parla di venti giorni.
Come se non bastasse, la mattinata odierna ha portato un altro episodio di tensione. Alle 9:00 un detenuto si è arrampicato sul muro del cortile passeggio chiedendo di poter fare una telefonata. Solo dopo due ore di faticosa trattativa e persuasione il recluso ha accettato di scendere, evitando conseguenze peggiori.
Di fronte a questa escalation, l’Osapp ha scelto parole durissime. Il segretario generale Leo Beneduci ha denunciato una situazione ormai fuori controllo: «Le carceri italiane sono sempre più simili a campi di battaglia. In particolare, la situazione del carcere di Ivrea ingenera fortissimo allarme, tenuto conto che nulla di veramente risolutivo viene attuato, benché le criticità della struttura siano ben conosciute dagli organi territoriali e centrali dell’Amministrazione penitenziaria né è risultato di una qualche utilità l’invio in missione forfettaria da 110 euro al giorno e per tre giorni alla settimana di un funzionario di Polizia Penitenziaria dalla Calabria e mentre il carcere permane privo da 4 anni di un comandante di reparto titolare e non si provvede a bandire un apposito interpello».
Il segretario generale dell'Osapp, Leo Beneduci
Beneduci ha poi puntato il dito contro la gestione del personale dirigenziale: «Da stigmatizzare fortemente, inoltre, la procedura irregolare e notevolmente onerosa con cui il medesimo funzionario proveniente dalla Calabria part-time a Ivrea, sempre a 110 euro al giorno aggiuntive alla retribuzione, nei giorni rimanenti si reca a prestare servizio nel carcere di Torino dove sono già di stanza; un primo dirigente, un dirigente e due commissari del Corpo».
La denuncia si è chiusa con un atto d’accusa che non lascia spazio a interpretazioni: «Il personale di Polizia Penitenziaria del carcere di Ivrea è allo stremo, costretto a lavorare in condizioni estenuanti e senza una guida stabile, mentre il livello di disorganizzazione e degrado nell’istituto è giunto ai massimi storici. È ora che il Ministro della Giustizia Nordio e il Capo del Dap De Michele intervengano con decisione ed anche disponendo per gli immediati accertamenti ispettivi riguardo a una situazione che, oltre ai disagi e alle disfunzioni, presenta numerose zone d’ombra».
Il quadro delineato dall’Osapp non lascia dubbi sulla gravità della situazione. Aggressioni fisiche, proteste e carenze organizzative non sono più eccezioni, ma routine quotidiana. La carenza di un comandante di reparto da quattro anni, la gestione provvisoria con funzionari in missione e le spese aggiuntive denunciate dal sindacato contribuiscono a consolidare un clima di abbandono che rischia di trasformare la Casa Circondariale eporediese in un istituto ingovernabile.
L’appello al ministro Carlo Nordio e al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Giovanni Russo De Michele segna l’ennesimo tentativo di richiamare l’attenzione del governo su una realtà che, almeno secondo i sindacati di categoria, continua a essere ignorata. In attesa di eventuali ispezioni, resta però la sensazione di una quotidianità logorante, in cui gli agenti vengono lasciati soli di fronte a episodi sempre più frequenti di violenza, in una spirale che sembra non avere fine.
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