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Cronaca

Verbania, stalker recidivo è torna in carcere dopo centinaia di telefonate oscene

Il 47enne, già condannato, perde l’affidamento ai servizi sociali e finisce in carcere dopo l’ordine del Tribunale di Torino

Stalker recidivo arrestato a Verbania: centinaia di telefonate a sfondo sessuale, stop all'affidamento

Verbania uno stalker recidivo è tornato in carcere dopo centinaia di telefonate oscene

Un copione di persecuzione e ossessione che rischiava di degenerare è stato interrotto appena in tempo. A Verbania, un 47enne già condannato per stalking è finito nuovamente in carcere dopo aver tempestato una donna con centinaia di telefonate a sfondo sessuale. Le chiamate, provenienti da numeri sempre diversi e spesso con l’identità occultata, avevano messo in allarme la vittima, costringendola a rivolgersi ai carabinieri. A chiudere la vicenda, almeno per ora, è stata la decisione del Tribunale di Torino, che ha disposto la custodia cautelare dopo la sospensione dell’affidamento in prova ai servizi sociali a cui l’uomo era sottoposto dal 2023.

Secondo le indagini, tutto è cominciato nel giugno 2025. La donna, inizialmente, aveva tentato di ignorare o bloccare le prime telefonate, ma l’uomo ha continuato imperterrito cambiando numerazione più volte e aumentando la frequenza degli assilli. Una spirale di molestie che non ha lasciato tregua, con conversazioni cariche di contenuti sessuali espliciti e richieste pesanti. L’angoscia crescente ha spinto la vittima a denunciare, consegnando ai militari i tabulati che hanno permesso di tracciare con precisione la provenienza delle chiamate.

Il lavoro dei carabinieri ha ricostruito un quadro indiziario chiaro: nonostante l’uso di utenze diverse e l’occultamento del numero, tutte le chiamate risultavano riconducibili al medesimo uomo. Una prova che ha convinto la magistratura ad agire senza esitazione. Prima è arrivata la decisione del magistrato di sorveglianza di Novara, che ha revocato la misura alternativa in atto. Poi, l’ordine del Tribunale di Torino, con la conseguente traduzione in carcere del 47enne, già conosciuto per episodi simili.

La vicenda accende ancora una volta i riflettori sul tema della recidiva negli atti persecutori e sulla necessità di garantire protezione immediata alle vittime. Il caso dimostra l’importanza di segnalare subito condotte moleste, documentandole con elementi concreti come tabulati e registrazioni. Una denuncia tempestiva, infatti, può accelerare gli interventi e impedire che episodi del genere degenerino in conseguenze peggiori.

Il coordinamento tra forze dell’ordine e magistratura ha avuto un ruolo decisivo nel bloccare l’uomo e ripristinare condizioni di sicurezza. Ma resta aperto un interrogativo più ampio: come prevenire che chi ha già scontato una pena per stalking ricada nello stesso comportamento? L’episodio di Verbania non è isolato, e chiama in causa la capacità del sistema giudiziario e sociale di garantire, oltre alla repressione, percorsi di controllo e di riabilitazione più efficaci.

Per la donna perseguitata, l’incubo sembra ora essersi fermato. La sua decisione di affidarsi subito alle autorità si è rivelata fondamentale, trasformando una vicenda di paura in un esempio concreto di come la denuncia possa salvare la vita quotidiana di una vittima e inviare un segnale chiaro alla comunità: chi molesta e perseguita non resta impunito.

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