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Cronaca
18 Agosto 2025 - 13:03
Fulminato a 15 anni mentre cammina in montagna con il padre
Un pomeriggio d’estate, un sentiero tra i boschi in alta quota, un padre e un figlio. Poi un lampo improvviso, il rombo del tuono, la scarica devastante che cambia tutto. È gravissimo il ragazzo di 15 anni colpito da un fulmine nel pomeriggio di domenica 17 agosto, mentre si trovava in località Coppo, nel comune montano di Crognaleto (Teramo), insieme al padre. L’escursione si è trasformata in una corsa disperata per la sopravvivenza, quando un violento temporale ha investito l’area interna dell’Abruzzo con una rapidità che ha colto tutti di sorpresa.
È stato proprio il padre a lanciare l’allarme, chiamando il 118 non appena ha visto il figlio a terra, privo di sensi, dopo il colpo. I soccorsi si sono attivati con l’invio dell’elicottero, che ha trasportato il ragazzo in codice rosso all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. I medici hanno confermato le condizioni gravissime e una prognosi riservata. Il giovane lotta per la vita, mentre la comunità locale è sotto shock.
L’incubo dei fulmini d’estate, però, non ha colpito solo l’Abruzzo. Solo il giorno prima, sabato 16 agosto, a Palinuro, lungo il litorale del Cilento, in provincia di Salerno, un altro temporale improvviso ha provocato il panico e sei feriti. È accaduto nella zona delle Saline, una spiaggia molto frequentata. Quando il cielo si è oscurato, il tempo per reagire è stato minimo: scariche elettriche hanno colpito l’area senza preavviso. Due persone sono state portate d’urgenza all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania, altre quattro si sono recate al pronto soccorso autonomamente.
La dinamica è simile: condizioni estive, cielo limpido fino a pochi istanti prima, poi un improvviso fronte temporalesco e i fulmini che piovono dal cielo colpendo corpi, oggetti, sabbia e superfici umide. Il contrasto tra l’apparente tranquillità e la violenza dei fenomeni atmosferici alimenta un falso senso di sicurezza, che può rivelarsi fatale.
Secondo gli esperti dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si contano mediamente 1,6 milioni di fulmini all’anno, con picchi nei mesi di luglio e agosto. La Protezione Civile e l’ISS raccomandano comportamenti precisi in caso di rischio: abbandonare subito le spiagge, evitare contatto con acqua e superfici metalliche, allontanarsi da ombrelloni, canne da pesca o qualsiasi oggetto appuntito e cercare riparo in edifici in muratura. Anche dopo l’ultimo tuono, si consiglia di attendere almeno 30 minuti prima di tornare all’aperto.
I danni da fulmine possono essere diretti, come nel caso del giovane escursionista abruzzese, o indiretti, quando la corrente elettrica si propaga nel terreno o colpisce oggetti che trasmettono la scarica. In entrambi i casi, i rischi per la salute sono elevatissimi: arresto cardiaco, blocco respiratorio, ustioni gravi o traumi neurologici. In molti casi, le persone colpite da fulmini non riescono neppure a rendersi conto del pericolo, perché l’impatto è improvviso, fulmineo nel senso letterale del termine.
Quanto accaduto a Crognaleto e a Palinuro richiama alla mente tragedie simili avvenute negli anni passati. L’illusione di potersi fidare del bel tempo, l’abitudine a restare in spiaggia finché non arriva la pioggia, la tendenza a minimizzare i segnali del cambiamento meteo: tutti comportamenti diffusi che, alla luce dei fatti, vanno rivisti profondamente. L’incremento dei fenomeni estremi, dovuto ai cambiamenti climatici, sta rendendo i temporali estivi più frequenti e soprattutto più violenti. E mentre siamo ancora abituati a considerarli eventi straordinari, la realtà meteorologica sta cambiando pelle sotto i nostri occhi.
In zone montane come quelle dell’Appennino teramano, dove si è verificato il dramma del ragazzo di 15 anni, il pericolo è ancora più elevato: le creste, i piani erbosi, i boschi alti offrono vie preferenziali per la scarica elettrica, e spesso mancano punti di riparo adeguati. L’attività escursionistica, sempre più praticata da famiglie, sportivi e appassionati, deve fare i conti con questi nuovi rischi. Pianificare bene le uscite, controllare le previsioni meteo dettagliate, saper riconoscere i segnali di un temporale imminente e disporre di app per le allerte meteo in tempo reale sono diventate condizioni indispensabili, non accessorie.
Non è chiaro, nel caso di Crognaleto, se il padre e il figlio avessero consultato bollettini aggiornati. Ma la dinamica racconta di un temporale che si è abbattuto con forza sulla zona, senza dare loro possibilità di rifugio. Coppo, la località dell’incidente, è immersa in una zona montana a oltre mille metri di quota, e con caratteristiche geografiche che la espongono a forti fenomeni elettrici. Lì, il ragazzo ha ricevuto la scarica che ora lo tiene sospeso tra la vita e la morte.
Il caso del quindicenne abruzzese, così come quello dei sei feriti cilentani, confermano che la stagione balneare e turistica italiana è esposta a rischi reali. Non si tratta solo di onde anomale, incendi boschivi o colpi di calore. Anche l’elettricità atmosferica è una minaccia, spesso sottovalutata. È urgente che si rafforzi, anche a livello mediatico e istituzionale, una cultura del rischio legata ai temporali estivi, con una campagna di prevenzione e informazione mirata, soprattutto verso famiglie, giovani, turisti e operatori turistici.
Intanto, a L’Aquila, il 15enne resta in ospedale, intubato e sotto stretta osservazione. Il personale medico dell’ospedale San Salvatore non si sbilancia, ma parla di condizioni estremamente delicate e instabili. Il padre è al suo fianco, sconvolto ma lucido nel raccontare ai soccorritori ogni dettaglio utile per comprendere la dinamica. La montagna, che quella domenica sembrava offrire rifugio e silenzio, si è trasformata in un campo elettrico, lasciando una famiglia nell’incertezza più dura.
Ogni scarica, ogni tuono, ogni lampo ora parla più forte. E l’estate del 2025 si porta dietro un messaggio semplice, ma essenziale: non c’è vacanza che valga più della prudenza.
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