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Cronaca
17 Agosto 2025 - 11:22
Turista tedesco "sporcaccione" getta rifiuti nel Lago Maggiore: multa da capogiro
Un gesto frettoloso, compiuto a poche decine di metri dalla riva in uno dei laghi più frequentati d’Italia, si è trasformato in un caso di cronaca e in un monito per chi frequenta le sponde del Maggiore: l’ambiente non è un cestino. A Verbania, la Polizia di Stato ha denunciato un turista tedesco sorpreso a gettare rifiuti nelle acque del lago. L’episodio, avvenuto nei giorni scorsi, è stato documentato dalla squadra “Acque interne” ed è stato reso noto il 17 agosto 2025.
Secondo quanto ricostruito, l’uomo è stato notato mentre, dopo aver accumulato materiale lacustre nei pressi della darsena dove teneva ormeggiati i propri natanti, lo abbandonava in acqua. Con lui, al momento del gesto, era presente anche la figlia di 25 anni. L’intervento è avvenuto in una zona molto frequentata durante la stagione estiva, a breve distanza dalla riva.
La segnalazione della squadra “Acque interne” ha consentito di documentare con precisione l’abbandono dei materiali e di procedere alla denuncia del turista. La Polizia di Stato ha formalizzato gli atti, applicando quanto previsto dalla normativa in materia di tutela ambientale.
In base alle disposizioni vigenti, l’uomo potrà sanare la contestazione penale versando entro trenta giorni una sanzione amministrativa di 2.500 euro. Un importo significativo che, nelle intenzioni del legislatore, rappresenta un deterrente contro comportamenti che danneggiano ecosistemi delicati come quelli lacustri.
Il fatto non è passato inosservato anche per il paradosso che porta con sé: in Germania, Paese noto per l’ordine e la cura degli spazi pubblici, un simile gesto sarebbe difficilmente immaginabile. È quindi ancora più sorprendente che un cittadino tedesco, in vacanza in Italia, abbia pensato di poter trattare uno dei laghi più amati come fosse una discarica improvvisata.
Il Lago Maggiore è un patrimonio naturalistico e turistico che richiede equilibrio tra fruizione e rispetto dell’ambiente. Episodi come questo ricordano quanto sia decisiva la responsabilità individuale: il gesto di un singolo ha un impatto che va oltre il perimetro della cronaca, incidendo sulla qualità dell’acqua, sull’ecosistema e sull’immagine del territorio. La presenza della figlia accanto all’uomo rende inoltre il caso emblematico, evidenziando l’importanza dell’esempio nell’educazione ambientale.
La vicenda diventa così un richiamo non solo per i visitatori, ma anche per i residenti: non bastano regole e sanzioni se non si consolidano prassi quotidiane di rispetto. Informazione, controlli mirati e comportamenti corretti sono i tre pilastri per evitare che le cattive abitudini si trasformino in danni permanenti. A Verbania, il rapido intervento della squadra “Acque interne” dimostra che la vigilanza funziona; ma la vera sfida resta quella di considerare il lago un bene comune da proteggere ogni giorno.
Un episodio che avrebbe potuto sembrare isolato, quello del turista tedesco sorpreso a Verbania mentre gettava rifiuti nel Lago Maggiore, si inserisce invece in una lunga catena di comportamenti incivili che mettono a dura prova la pazienza degli italiani e la tenuta dei nostri territori. La scena è ormai nota: un uomo, con la figlia accanto, abbandona materiale lacustre in acqua, convinto forse che un lago possa trasformarsi in discarica. La Polizia di Stato, grazie alla squadra “Acque interne”, lo denuncia e lo richiama alla legge. Una multa da 2.500 euro servirà a ricordargli che in Italia non tutto è consentito, anche se troppi turisti arrivano con l’idea che il Belpaese sia un grande parco giochi dove non vigono regole. Eppure, in Germania, il suo Paese d’origine, dove le città brillano di ordine e disciplina, un gesto simile sarebbe inconcepibile.
Ma il caso di Verbania non è isolato. Basti guardare a Porto Cesareo, nel Salento, dove alcuni turisti sono stati sorpresi a depositare sacchi interi di rifiuti vicino ai cestini, trasformando le strade in un immondezzaio. Non si tratta di dimenticanze, ma di scelte precise: “tanto poi passa il Comune”, è la giustificazione di chi considera l’Italia una terra da sfruttare, non da rispettare. A Firenze, l’afflusso di visitatori ha fatto impennare la produzione di rifiuti, costringendo l’amministrazione a rivedere l’organizzazione urbana. Le città d’arte e i centri storici soffocano sotto l’overtourism, e a pagare il prezzo sono i residenti, che vedono la qualità della vita peggiorare, e l’ambiente, che subisce un carico insostenibile.
Le regole, per fortuna, iniziano a stringersi. Dal 9 agosto sono entrate in vigore nuove disposizioni che prevedono multe fino a 18.000 euro per chi getta rifiuti dall’auto, anche a veicolo fermo. Nelle zone protette, le sanzioni arrivano persino alla sospensione della patente e alla reclusione. A Portofino, amministratori e cittadini hanno imposto divieti severi: non si passeggia scalzi, non si improvvisano picnic, non si consumano alcolici in strada. Regole chiare, che diventano subito sanzioni quando qualcuno si sente libero di infrangerle. In Sardegna, il Corpo forestale ha addirittura predisposto un vademecum multilingue, distribuito sulle spiagge per ricordare a italiani e stranieri che la bellezza dell’isola non può essere devastata da chi si comporta da ospite maleducato.
Il punto è che l’Italia non può più permettersi di essere trattata come un paese senza regole. La tolleranza verso l’inciviltà ha già fatto troppi danni, e la difesa del territorio non può poggiare solo sulle spalle delle istituzioni. Serve una presa di coscienza collettiva: chi arriva deve rispettare, non sfruttare. L’ospitalità non significa permissività. L’educazione, che in Paesi come la Germania appare radicata e indiscutibile, non deve perdersi non appena si mette piede oltre il Brennero. L’Italia è fragile, le sue città d’arte, i suoi laghi e le sue coste sono un patrimonio unico che non può essere consumato dalla superficialità di turisti che credono di avere ogni diritto.
Non basta pagare un biglietto, non basta riempire gli alberghi e i ristoranti per giustificare comportamenti che offendono chi qui vive tutto l’anno. Non servono solo multe e protocolli, ma la consapevolezza che chi sceglie l’Italia deve sentirsi parte di una comunità che merita rispetto. Perché il vero turista non lascia dietro di sé rifiuti, degrado o arroganza. Il vero turista osserva, impara e custodisce. Chi pensa di poter fare diversamente, non porta ricchezza: lascia soltanto ferite.
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