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Cronaca
09 Agosto 2025 - 17:28
West Nile, due nuovi casi a Trento e nel Biellese
Due nuovi casi di West Nile si aggiungono al bilancio nazionale, portando a oltre 170 il numero delle infezioni registrate dall’inizio dell’anno e ad almeno 16 le vittime.
Una donna di Trento, appena rientrata da una vacanza, e una 72enne residente in provincia di Biella sono state ricoverate in ospedale. Le condizioni di entrambe, riferiscono i medici, sono stabili. La paziente biellese, già affetta da altre patologie, «sta lentamente migliorando rispetto all’arrivo in ospedale e risponde ai trattamenti antivirali e di supporto erogati», precisano dall’azienda sanitaria locale.
Dal Dipartimento di prevenzione dell’Azienda provinciale trentina per i servizi sanitari arriva un richiamo alla diagnosi precoce: «Al rientro da viaggi in zone in cui la malattia è endemica, è fondamentale rivolgersi al proprio medico di famiglia se nei giorni successivi a una puntura di zanzara compaiono febbre, eruzioni cutanee o disturbi neurologici». La febbre del Nilo, trasmessa principalmente dalla puntura di zanzare infette, può causare sintomi lievi ma, in soggetti fragili o con patologie pregresse, comportare complicanze gravi.
Salgono a 173 in Italia dall'inizio dell'anno i casi confermati di infezione da West Nile Virus (Wnv) nell'uomo (89 nel precedente bollettino del 31 luglio) e sono stati notificati alla piattaforma ISS 11 decessi, sugli altri è attesa la conferma.
Questo il quadro che emerge dal quarto bollettino della sorveglianza sulla diffusione del virus, pubblicato oggi dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). Tra i casi confermati, 72 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (2 Piemonte, 2 Lombardia, 4 Veneto, 1 Friuli-Venezia Giulia, 2 Emilia-Romagna, 37 Lazio, 21 Campania, 1 Basilicata, 1 Sardegna), 14 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 85 casi di febbre, 1 caso asintomatico e 1 caso sintomatico. Tra i casi confermati sono 11 i decessi che al momento risultano notificati sulla piattaforma ISS (1 Piemonte, 4 Lazio, 6 Campania).
La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive finora segnalate, è pari al 15% (nel 2018 20%, nel 2024 14%).
«La situazione è monitorata con attenzione da tutte le istituzioni competenti, sia a livello centrale che a livello territoriale. Al momento non emergono particolari segnali di allarme – sottolinea Anna Teresa Palamara, che dirige il Dipartimento di malattie infettive dell'ISS –. Ricordiamo l'importanza delle misure di prevenzione, sia quelle tese a contrastare la proliferazione delle zanzare che quelle mirate a proteggersi dalle punture. Ricordiamo inoltre, soprattutto nel caso di soggetti fragili o anziani, di rivolgersi al proprio medico in caso di febbre».
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