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04 Agosto 2025 - 17:52
Violentata sul treno mentre andava al lavoro: caccia all’uomo tra Trecate e Novara
Un viaggio come tanti, la solita tratta del mattino per raggiungere il posto di lavoro. Ma questa volta, nel silenzio inquietante di un vagone vuoto, la routine si è trasformata in incubo. Una ragazza di 20 anni, residente a Trecate, ha trovato il coraggio di raccontare quanto le è accaduto: una violenza sessuale consumata su un treno Trenord, in corsa verso Novara, città in cui lavora come commessa nel centro storico.
Secondo quanto riferito, il dramma è avvenuto qualche giorno fa, in un momento in cui il vagone era deserto. Nessun testimone, nessun passeggero a cui chiedere aiuto. Solo lei e il suo aggressore. Un giovane, presumibilmente tra i 20 e i 25 anni, di origine nordafricana, l’avrebbe avvicinata con fare calcolato, aspettando il momento in cui intorno non ci fosse più nessuno. Poi l’attacco improvviso, brutale. Lei ha cercato di gridare, ma non è bastato. L’uomo l’ha sopraffatta e aggredita sessualmente. All’arrivo in stazione, lo sconosciuto è fuggito, facendo perdere le proprie tracce, mentre la giovane – profondamente sotto choc – ha trovato la forza di sporgere denuncia.
La Polfer di Novara, incaricata delle indagini, sta cercando di risalire all’identità dell’aggressore. Ma la ricerca si complica: le telecamere di videosorveglianza non hanno ripreso il momento della salita o della discesa del sospettato. Nessuna immagine utile, nessun volto su cui puntare con certezza. Gli agenti stanno ora confrontando i profili contenuti negli album fotografici in dotazione, nella speranza che la vittima possa riconoscere chi l’ha aggredita.
Il fatto, già di per sé gravissimo, si inserisce in un clima di crescente preoccupazione per la sicurezza a bordo dei convogli ferroviari. Solo il giorno prima, sulla stessa linea, ma nel tratto tra Novara e Arona, un altro giovane era stato minacciato e derubato del cellulare, nei pressi della stazione di Bellinzago. Un episodio di violenza differente, ma che contribuisce a delineare un quadro inquietante. A occuparsi del secondo caso sono i carabinieri, mentre la caccia allo stupratore è ora affidata alla determinazione degli investigatori della Polizia ferroviaria.
Intanto, ci si interroga. Come può accadere una violenza sessuale in pieno giorno, su un treno di linea? Com’è possibile che nessuno abbia visto, sentito, percepito nulla? E soprattutto: come si tutela davvero chi ogni giorno si affida ai mezzi pubblici per andare a lavorare, studiare, vivere?
Le risposte, per ora, non arrivano. C’è solo l’urgenza di trovare un volto e un nome per restituire giustizia a una ragazza che ha già perso troppo. E c’è una ferita collettiva che si apre, ogni volta che l’indifferenza, la solitudine e la violenza riescono a salire su un treno.
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