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Cronaca

Tragedia in Val Pellice. Escursionista francese precipita per cento metri e muore: aveva 60 anni, era residente in Belgio

Pierre Hainaut faceva parte di una comitiva esperta in cammino verso il rifugio Jervis. Inutili i soccorsi: è morto sul colpo dopo un volo nel vuoto nei pressi della borgata Le Randulire

Tragedia in montagna a Bobbio Pellice: escursionista francese perde la vita in un dirupo

Il rifugio Cruello

Un’escursione tra le montagne della Val Pellice si è trasformata in tragedia nella mattinata di oggi, giovedì 31 luglio. Pierre Hainaut, 60 anni, cittadino francese residente in Belgio, ha perso la vita dopo un volo di circa 100 metri in un canalone impervio, lungo un sentiero di alta quota nel territorio di Bobbio Pellice, a monte del rifugio Cruello, non lontano dalla borgata Le Randulire.

La vittima stava partecipando a un trekking di più giorni, in compagnia di un nutrito gruppo di amici escursionisti — circa una ventina di persone, tutti esperti e ben attrezzati — quando, in un tratto esposto del percorso, ha perso l’equilibrio ed è precipitato. Non è ancora chiaro se all’origine dell’incidente vi sia stato un passo falso o un malore improvviso. Ma è certo che i compagni di cordata hanno assistito alla scena: hanno visto Hainaut cadere, senza riuscire a individuarne il punto d'impatto, ma fornendo comunque indicazioni precise ai soccorritori su dove si trovasse il corpo.

Il gruppo si era diviso in due comitive: una era partita da Prali ed era transitata per i Tredici Laghi e il Colle Giulian, valico a 2.451 metri che collega la Val Germanasca con la Val Pellice. L’altra, quella con la vittima, era partita dal rifugio Cruello e avrebbe dovuto ricongiungersi al rifugio Jervis, nella splendida conca del Pra, meta molto frequentata da amanti della montagna autentica. È proprio in questo tratto di traverso sul canalone, nei pressi della borgata Le Randulire, che è avvenuta la tragedia.

Scattato l’allarme, sul posto si sono immediatamente attivati i soccorsi. Un elicottero del 118 è decollato per raggiungere l’area impervia e ha calato un tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese con il verricello. Raggiunto il punto della caduta, è stato poi calato anche il medico rianimatore, che ha avviato le manovre di soccorso. Purtroppo, per l’escursionista non c’era più nulla da fare: Hainaut era già privo di vita a causa dei traumi multipliriportati nella caduta. Il medico ha potuto solo constatarne il decesso.

Le operazioni di recupero della salma sono state particolarmente complesse a causa della morfologia del terreno, ripido e instabile, e della quota elevata. Spiega Simone Bobbio, responsabile della comunicazione del Soccorso Alpino piemontese: «I compagni hanno indicato con precisione al pilota dell’elicottero il punto esatto dove avevano visto cadere Pierre. È stato calato il tecnico del soccorso, che si è calato con una corda sino al punto in cui giaceva il corpo. Lì è stato raggiunto dal medico, che ha tentato tutte le procedure di rianimazione, senza esito».

Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri della Compagnia di Pinerolo, che ora stanno conducendo le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Saranno loro a raccogliere testimonianze, verificare eventuali responsabilità e attivare le procedure diplomatiche con il consolato francese per il riconoscimento e il rimpatrio della salma.

A Bobbio Pellice, intanto, si è subito attivata la macchina dell’accoglienza. Il sindaco Mauro Vignola ha disposto l’ospitalità per il gruppo, visibilmente scosso, nei locali del Forte Rocca, una struttura situata nella frazione Villanova un tempo adibita a caserma della Guardia di Finanza. Il Corpo AIB (Antincendi Boschivi) ha messo a disposizione i propri mezzi fuoristrada per trasportare i compagni di escursione a valle. Alcuni veicoli della comitiva, infatti, erano rimasti parcheggiati a Prali, dove il gruppo aveva iniziato la traversata.

Secondo quanto riferito dai soccorritori, le condizioni meteo erano buone, ma la zona è tra le più selvagge e meno battute delle Alpi Cozie. Il sentiero in cui è avvenuto l’incidente è poco frequentato, esposto, e si snoda lungo pendenze significative. È molto apprezzato dagli appassionati di trekking esperto, proprio per la sua bellezza incontaminata e per la sensazione di isolamento che regala.

Dal 21 giugno a oggi, in Piemonte, sono già stati registrati 338 interventi di soccorso in montagna, con ben 20 decessi. Dati che impressionano e che riaccendono il dibattito su sicurezza e prevenzione in alta quota, soprattutto nei percorsi meno segnalati e in condizioni ambientali potenzialmente insidiose, anche in piena estate.

Per Pierre Hainaut, la vacanza tra le vette torinesi si è trasformata in un tragico addio. Una vita spezzata sulle rocce della Val Pellice, tra i paesaggi che tanto amava. E un dolore profondo che accompagna ora gli amici, i soccorritori e l’intera comunità di Bobbio Pellice, che in queste ore si stringe attorno a chi resta.

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