Cerca

Cronaca

Strage di Brandizzo: cade l'accusa di omicidio volontario. Gli indagati sono 21

La Procura di Ivrea ha chiuso le indagini per omicidio colposo. Sono indagate 21 persone e 3 aziende: ecco tutti i nomi

Strage di Brandizzo: cade l'accusa di omicidio volontario. Gli indagati sono 21

Quasi due anni dopo quella notte tragica, la procura di Ivrea ha messo un punto fermo sull’inchiesta per la strage di Brandizzo, l’incidente ferroviario che il 30 agosto 2023 costò la vita a cinque operai travolti da un treno in corsa sulla linea Milano-Torino. La chiusura delle indagini preliminari ha ufficializzato numeri che danno la misura del disastro: 24 indagati, di cui 21 persone fisiche e 3 società. L’accusa, per tutti, è di omicidio colposo. Cade invece l’ipotesi iniziale più pesante, quella di omicidio volontario con dolo eventuale.

La tragedia avvenne intorno alle 23.50, sui binari della stazione di Brandizzo. Il treno 19504, un convoglio vuoto in transito da Alessandria a Torino Porta Nuova, viaggiava a 160 chilometri orari. In quel momento, sui binari erano al lavoro Michael Zanera, Kevin Laganà, Giuseppe Sorvillo, Saverio Giuseppe Lombardo e Giuseppe Aversa, operai della Sigifer di Borgo Vercelli. Tutti travolti. Tutti morti sul colpo. Nessuno li aveva avvisati del pericolo in arrivo. E, come è emerso, non c’era alcuna autorizzazione formale all’interruzione della circolazione ferroviaria.

Il fascicolo della procura elenca una lunga serie di nomi. Il principale indagato resta Antonio Massa, all’epoca tecnico caposcorta di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana). È accusato di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario. Era lui, secondo l’accusa, a dover verificare che la linea fosse effettivamente interrotta prima dell’avvio dei lavori. Ma quella sera — secondo i pm — non ricevette mai il via libera dalla capostazione di Chivasso, eppure i lavori iniziarono lo stesso. Inizialmente, Massa aveva fatto allontanare gli operai dai binari, ma poi questi vi sarebbero tornati poco dopo, mentre lui era ancora al telefono con la centrale.

Antonio Massa, caposquadra RFI davanti al Tribunale di Ivrea

Assieme a lui sono indagati anche Andrea Girardin Gibin, caposquadra della Sigifer, e Simona Sirianni, amministratrice della stessa azienda. Altri indagati sono Daniele Sirianni e Cristian Geraci, entrambi dipendenti della ditta piemontese, e diversi dirigenti e funzionari di Rfi tra cui Gianpeiro Strisciuglio (amministratore delegato Rfi Spa), Giovanni Carlassi, Salvatore Palmeri, Walter Pressenda, Daniele Mari, Antonella Carubia, Daniele Morti, Luca Cavacchioli, Enrico Piohani, Vincenzo Strisciuglio, Paolo Mirabella e Andrea Colombari.

A carico di tutti vengono contestate gravi violazioni delle normative di sicurezza sul lavoro, mancanze nei controlli, cattiva organizzazione delle attività operative e sistematica trascuratezza nella verifica dei protocolli di interruzione della circolazione ferroviaria. Le accuse si basano anche su numerose intercettazioni e documenti interni acquisiti, nonché su video delle telecamere di sorveglianza, che mostrerebbero in modo inequivocabile il mancato rispetto delle procedure.

Gianpiero Strisciuglio (Rfi) con il Ministro Matteo Salvini

Le società indagate: Rfi, Sigifer e Clf

Le tre aziende coinvolte sono finite nel registro degli indagati in quanto persone giuridiche, secondo i dettami del decreto legislativo 231 del 2001, che regola la responsabilità amministrativa delle imprese. Oltre a Sigifer, operante da anni negli appalti ferroviari, compaiono anche Clf di Bologna, che si occupava di parte dei lavori di manutenzione, e la stessa Rfi, colosso pubblico della rete ferroviaria italiana.

Per la procura, queste società avrebbero omesso di adottare modelli organizzativi e sistemi di controllo adeguati a prevenire incidenti come quello di Brandizzo. In particolare, Rfi è accusata di aver lasciato ampi spazi di discrezionalità operativa senza controlli efficaci, generando — si legge negli atti — “uno scenario di assoluta carenza di sicurezza”.

Sul fronte della difesa, spicca la posizione di Antonio Massa, rappresentato dall’avvocato Antonio Maria Borello. L’ex tecnico Rfi, oggi in forte stato depressivo e impiegato come fattorino per una cooperativa di Leinì, si è più volte dichiarato estraneo a responsabilità volontarie. In una lunga lettera indirizzata alla Filt Cgil, un anno fa aveva raccontato il proprio stato d’animo:
«Non c'è giorno della mia vita in cui non pensi a quei ragazzi e alle loro famiglie. So che sarà così per sempre», ha scritto. E ancora: «Mi sento trattato come un capro espiatorio. Ho sempre lavorato con diligenza».

Durante la convocazione in procura a dicembre 2023, si era avvalso della facoltà di non rispondere, dietro certificazione di una condizione psichica di estrema fragilità. La sua psicoterapeuta ha sconsigliato ogni confronto diretto con i magistrati. E anche il suo avvocato ha chiarito che “al momento non è in grado di sostenere un interrogatorio. Non riesce nemmeno a difendersi bene”.

La commissione parlamentare d’inchiesta sul lavoro, presieduta da Chiara Gribaudo, ha presentato già nel settembre 2024 una relazione dettagliata sulla tragedia. La conclusione ufficiale parla di errore umano come causa diretta, ma colloca la vicenda all’interno di un sistema opaco e malfunzionante, dove tempi stretti, burocrazia farraginosa e carichi eccessivi di lavoro rendono ogni errore fatale.

La relazione parlamentare evidenzia che episodi simili erano stati già segnalati, e che il meccanismo dell'appalto — spesso al massimo ribasso — riduce la sicurezza a un optional. E, secondo quanto affermato da diversi testimoni, era prassi comune lavorare senza il via libera formale, confidando su accordi verbali o pressioni operative.

Con la chiusura indagini sono stati formalmente nominati decine di avvocati difensori. Tra i principali figurano Antonio Maria Borello (per Antonio Massa), Andrea Castenuovo (per il Comune di Brandizzo), Massimo e Paolo Campanale, Antonio Capone, Costanza Casali, Guido Cellerino, Federica Cerrato, Pio Coda, Giovanni Coniglio, Arianna Maria Corcelli, Andrea Danni e Leo Vitale Davoli. Gli incarichi sono stati assegnati dal foro di Torino o tramite nomina d’ufficio.

Le parti, ora, avranno ora venti giorni per presentare memorie difensive o chiedere nuovi interrogatori. Superata questa fase, la procura potrà decidere per il rinvio a giudizio o l’archiviazione, a seconda delle singole posizioni.

Ma al di là delle procedure, resta la sensazione amara che la notte di Brandizzo non sia stata un incidente imprevedibile. Piuttosto, una strage annunciata, figlia di un sistema che, più che proteggere il lavoro, sembra troppo spesso metterlo a rischio.

GLI INDAGATI

  • Antonio Massa, nato nel 1977, residente a Foggia, capo tecnico Rfi
    Difeso dagli avv. Maria Grazia Cavallo e Antonio Maria Borello

  • Andrea Girardin Gibin, nato nel 1970, residente a Vercelli, caposquadra Sigifer
    Difeso dall’avv. Massimo Mussato

  • Cristian Geraci, nato nel 1985, residente a Vercelli, lavoratore Sigifer delegato per la sicurezza. Difeso dall'avv. Pier Paolo Chiorazzo

  • Franco Sirianni, nato nel 1965, residente a Villata (VC), amministratore di fatto, direttore generale e di fatto dominus di  Sigifer Srl Difeso dall’avv. Tommaso Levi

  • Simona Sirianni, nata nel 1991, residente a Borgo Vercelli (VC), amministratrice unica Sigifer
    Difesa dall’avv. Paolo Grasso

  • Daniele Sirianni, nato nel 1983, residente a Borgo Vercelli (VC), delegato alla sicurezza Sigifer
    Difeso dall’avv.Pier Paolo Chiorazzo

  • Giovanni Carrassi, nato nel 1982, residente a Bruino, dipendente Rfi Spa Difeso dall’avv. Massimo Campanale

  • Lorenzo Bestini, nato nel 1964, residente a Collegno, dipendente Rfi Spa Difeso dall’avv. Massimo Campanale

  • Salvatore Palmeri, nato nel 1978, residente a Moncalieri, dipendente Rfi Difeso dall’avv. Antonio Capone

  • Walter Pressenda, nato nel 1972, residente a Sommariva Perno (CN),dipendente Rfi, direttore lavori
    Difeso dall’avv. Costanza Casali

  • Daniele Mari, nato nel 1974, residente a Castiglione Torinese, dipendente Rfi Difeso dall’avv. Giuseppe Cellerino

  • Antonella Carrubba, nata nel 1972, residente a Torino, dipendente Rfi Difesa dall’avv. Federica Cerrato

  • Daniele Moretti, nato nel 1966, residente a Viterbo,dipendente Rfi Difeso dall’avv. Pio Coda

  • Luca Cavacchioli, nato nel 1974, residente a Teramo, dirigente responsabile della direzione Circolazioni Rfi Spa
    Difeso dall’avv. Giovanni Coniglio

  • Andrea Bregolato, nato nel 1982, residente a Pianezza, dipendente Rfi Spa, coordinatore per la sicurezza
    Difeso dall’avv. Ruggero Lo Pizzo

  • Gianpero Strisciuglio, nato nel 1975, residente a Bari, amministratore delegato Rfi Spa
    Difeso dall’avv.Andrea Danni

  • Paolo Mirabella, nato nel 1973, dipendente, direttore dell'area Nord Oves di CLF Spa Difeso dall’avv. Aldo Mayer

  • Andrea Colombari, nato nel 1974, residente a Genova, dipendente tecnico CLF Spa Difeso dall’avv. Leo Davoli

  • Vera Fiorani, nata nel 1964, residente a Roma, amministratore delegato RFI Spa
    Difeso dall’avv. Arianna Corcelli

  • Gaetano Pitisci, nato nel 1975, residente a Torino, dipendente Rfi Spa Difeso dall’avv. Alberto Vercelli

  • Enrico Peola, nato nel 1970, residente a Bologna, amministratore delegato della CLF Spa Difeso dall’avv. Giovanni Lageard

  • RFI SPA, avvocato Luigi Chiappero
  • SI.GI.FER. Srl ora SI.GI.FER. Srl in Liquidazione Avvocato Alberto De Sanctis

  • CLF SPA avvocati Chiara Giuntelli e Chiara Romano
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori