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Cronaca
22 Luglio 2025 - 17:38
Minorenne in coma etilico dopo pigiama party: superalcolici comprati con documenti falsi
Quella che doveva essere una serata spensierata tra amiche si è trasformata in un dramma da codice rosso nel Verbano Cusio Ossola, dove tre ragazze minorenni sono finite al centro di un’indagine condotta dai carabinieri per uso di documenti falsi e acquisto illecito di superalcolici. L’episodio, avvenuto nel corso di un pigiama party organizzato per un compleanno, si è concluso con il ricovero in ospedale di una delle partecipanti, vittima di una grave intossicazione alcolica.
A far scattare l’intervento dei soccorsi è stata la chiamata al 118 arrivata da un’abitazione privata della zona, dove si stava svolgendo la festa. I sanitari, una volta giunti sul posto, si sono trovati davanti una situazione preoccupante: una ragazza riversa a terra, con sintomi compatibili con un’intossicazione acuta da alcol. L’adolescente è stata trasportata d’urgenza in ospedale, dove è stata ricoverata in osservazione. Le sue condizioni sono state giudicate serie, ma fortunatamente non è in pericolo di vita.
Le amiche presenti alla festa, tutte visibilmente scosse, non sono state in grado di fornire dettagli chiari su quali sostanze fossero state assunte, limitandosi a dire che avevano bevuto qualcosa “di forte”. È stato grazie alle indagini successive che i carabinieri sono riusciti a ricostruire quanto accaduto. In particolare, è emerso che gli alcolici consumati — in prevalenza superalcolici ad alta gradazione — erano stati acquistati poco prima da una delle tre ragazze coinvolte, che si era presentata in un supermercato della zona esibendo un documento contraffatto sul proprio smartphone.
La truffa, a quanto pare, era stata pianificata nei dettagli: una delle giovani ha manipolato digitalmente la carta d’identità di un’amica, modificandone la data di nascita per farla apparire maggiorenne. Con quel documento virtuale ha convinto la cassiera, che in buona fede ha completato la vendita. Un’azione che evidenzia ancora una volta quanto sia facile, per chi abbia anche solo un minimo di competenze informatiche, eludere i controlli in un sistema ancora poco attrezzato per gestire falsificazioni digitali.
L’episodio ha riacceso l’allarme sul fenomeno del binge drinking tra gli adolescenti, un comportamento a rischio sempre più diffuso, soprattutto in contesti festivi o nei mesi estivi. Bere grandi quantità di alcol in un breve lasso di tempo, spesso per “sfida” o per emulazione, può provocare effetti devastanti sul sistema nervoso centrale, fino al coma etilico e — nei casi peggiori — alla morte. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, oltre il 17% degli under 18 italiani ha ammesso di aver fatto binge drinking almeno una volta nell’ultimo mese.
La vicenda ha suscitato grande preoccupazione anche nelle forze dell’ordine, che hanno già annunciato una stretta sui controlli nei locali pubblici e nei punti vendita, per verificare l’osservanza delle normative che vietano la vendita di alcolici ai minori di 18 anni. Particolare attenzione verrà riservata ai luoghi frequentati da adolescenti, alle feste private e all’uso improprio di identità digitali.
Ma dietro l’episodio del Verbano si cela anche un altro nodo critico: quello del rapporto tra minori e tecnologia, e del modo in cui strumenti digitali possono diventare mezzi per aggirare le regole, piuttosto che strumenti di tutela. È sempre più urgente una riflessione sulle responsabilità educative delle famiglie, delle scuole e delle istituzioni, perché i giovani siano messi in condizione di comprendere i rischi legati all’uso dell’alcol e le conseguenze legali delle proprie azioni.
Nel frattempo, le tre ragazze coinvolte sono state denunciate a piede libero per uso di documenti falsi e acquisto illecito di sostanze vietate a minori. L’indagine resta aperta, e non si esclude che possano emergere altri dettagli su eventuali responsabilità esterne.
Un compleanno finito male, che lascia dietro di sé una lezione amara e la speranza che episodi come questo possano servire da monito, prima che sia troppo tardi.
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