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Cronaca

Colpo da 100mila euro in e-bike sventato dai Carabinieri: erano pronte per il mercato nero

Il furto lampo a Cereseto smascherato grazie a un intervento rapido: le bici erano già pronte per essere caricate e vendute sul mercato parallelo

Colpo da 100mila euro

Colpo da 100mila euro in e-bike sventato dai Carabinieri: erano pronte per il mercato nero

Un furto mirato, organizzato con precisione, ma sventato sul nascere. I Carabinieri di Cereseto, nel cuore del Monferrato alessandrino, hanno recuperato 20 biciclette elettriche del valore complessivo di 100mila euro, rubate nella notte a una ditta specializzata nella produzione e-commerce di e-bike di alta gamma. I ladri, evidentemente ben informati e dotati di mezzi, avevano già messo in atto un piano di occultamento: le bici erano state nascoste in due canali di scolo, a pochi chilometri dallo stabilimento, coperte dalla vegetazione e pronte per essere prelevate in un secondo momento.

Il blitz dei militari è avvenuto nelle ore immediatamente successive al furto. Una volta ricevuta la denuncia dai titolari dell’azienda — una realtà in crescita nel settore della mobilità elettrica sportiva e da turismo — i Carabinieri si sono messi sulle tracce dei responsabili, avviando un pattugliamento serrato nei dintorni. Ed è proprio a ridosso di una fitta boscaglia, tra sentieri e argini secondari, che hanno notato anomalie nei canali di drenaggio, coperti da rami e fogliame troppo ordinati per essere casuali.

All’interno, allineate con cura e ancora in perfette condizioni, giacevano le venti e-bike, tutte ancora con i sistemi di tracciamento disattivati e i codici seriali ben leggibili. Una scoperta che ha fatto tirare un sospiro di sollievo all’azienda, ma che al tempo stesso conferma la crescente attenzione della criminalità organizzata verso il mercato delle bici elettriche, sempre più redditizio e poco tracciabile.

Secondo i primi rilievi, le e-bike — modelli sportivi e da trekking con motori da 250 watt e batterie integrate — sarebbero state caricate su un mezzo nei giorni successivi e probabilmente immesse sul mercato nero, in Italia o all’estero. Un destino che però è stato interrotto grazie all’intervento tempestivo delle forze dell’ordine. Ora i Carabinieri stanno visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, nel tentativo di identificare il gruppo responsabile del furto, che si presume composto da più persone, data la quantità e il peso della refurtiva.

La dinamica del furto lascia intendere una pianificazione accurata. L’azienda, pur dotata di sistemi di sicurezza standard, non disponeva di vigilanza notturna armata o sensori volumetrici esterni. I ladri avrebbero forzato un accesso laterale, puntando direttamente al deposito, senza creare danni appariscenti. Il fatto che non abbiano tentato una fuga immediata con la merce fa pensare che il colpo fosse solo alla sua prima fase, in attesa di condizioni più favorevoli per lo spostamento definitivo.

Il recupero così rapido è un colpo importante anche dal punto di vista simbolico, in un territorio — quello dell’Alessandrino e del basso Monferrato — dove negli ultimi mesi sono aumentati i furti mirati in aziende agricole, vitivinicole e tecnologiche, spesso con l’obiettivo di colpire merci di valore ma facilmente trasportabili, come attrezzature elettroniche, trattori leggeri, droni o, appunto, e-bike. Si tratta di merce molto richiesta, non solo nei canali dell’usato ma anche nel circuito delle fiere non ufficiali o degli acquisti online da piattaforme senza controlli.

Per i Carabinieri si tratta di un’operazione che dimostra l’importanza del presidio territoriale e della prontezza investigativa, ma anche della necessità per le imprese di investire in sistemi di sicurezza più avanzati, vista l’evoluzione delle strategie criminali. L’azienda di Cereseto, pur colpita duramente, ha già fatto sapere che riprenderà regolarmente le consegne, ringraziando pubblicamente l’Arma per l’efficienza e la rapidità dell’intervento.

Resta ora da chiarire chi abbia materialmente pianificato il furto, se si tratti di una banda locale o di un gruppo collegato a reti più vaste di ricettazione. Gli inquirenti non escludono il coinvolgimento di soggetti già noti per attività simili nel Nord Italia e stanno cercando riscontri incrociando i numeri seriali delle e-bike recuperate con quelli comparsi in vendite sospette online negli ultimi mesi.

Nel frattempo, la refurtiva è stata sequestrata e messa a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma con buone probabilità tornerà presto all’azienda. E in attesa di sviluppi investigativi, il colpo sventato di Cereseto rappresenta un monito per molte altre realtà produttive: anche le imprese di piccole dimensioni, se inserite in settori in crescita, possono diventare bersagli appetibili per la criminalità specializzata.

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