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Cronaca
22 Luglio 2025 - 17:21
Incidente sul lavoro alla Michielin di Cuneo: operaio 54enne travolto da un mezzo, trasportato in codice rosso al CTO (foto archivio)
Un nuovo incidente sul lavoro ha sconvolto nella tarda mattinata di martedì 22 luglio lo stabilimento Michelin di Cuneo, cuore produttivo della multinazionale francese e fiore all’occhiello dell’industria manifatturiera piemontese. Poco dopo le 11, un operaio di 54 anni, residente a Cuneo ma originario del Torinese, è stato investito da un mezzo in movimento all’interno dell’area aziendale, in prossimità del vecchio reparto delle camere ad aria, vicino agli impianti sportivi e all’ingresso principale.
Secondo quanto emerso, l’uomo sarebbe stato colpito alle gambe, rimaste schiacciate sotto il peso del veicolo. Un impatto violento, avvenuto in un punto normalmente utilizzato per le manovre interne dei mezzi aziendali, ma in cui la compresenza di lavoratori a piedi e macchine in movimento rappresenta da tempo un fattore di rischio potenziale.
Immediato l’allarme e l’arrivo dei soccorsi. Sul posto è giunto un elicottero del 118, che ha trasportato l’operaio in codice rosso al CTO di Torino, centro di riferimento regionale per i traumi gravi. L’uomo è stato ricoverato d’urgenza con ferite multiple alle gambe, ma – secondo le prime valutazioni mediche – non sarebbe in pericolo di vita, pur rimanendo in prognosi riservata.
I carabinieri della compagnia di Cuneo, insieme ai tecnici dello SPRESAL dell’ASL CN1, si sono recati subito sul luogo dell’incidente per avviare le verifiche formali sulla dinamica e sulle eventuali responsabilità. Tra gli elementi già acquisiti figurano i filmati delle telecamere di videosorveglianza, che potrebbero chiarire se si sia trattato di una manovra errata del conducente del mezzo, di una disattenzione del pedone o, peggio, di una falla nei protocolli di sicurezza interni.
Lo stabilimento Michelin di Cuneo, con oltre 2.500 dipendenti, è il più grande sito europeo per la produzione di pneumatici per auto. Aperto nel 1963, ha celebrato nel 2023 i suoi 60 anni di attività, diventando un pilastro dell’economia locale e un punto di riferimento per la presenza industriale del gruppo in Italia. Tuttavia, l’episodio di martedì riaccende l’attenzione su un tema mai davvero risolto: la sicurezza nei luoghi di lavoro, anche nei contesti produttivi strutturati e regolati da normative severe.
Finora nessuna dichiarazione ufficiale è giunta da parte dell’azienda, che si è limitata a far sapere di essere in attesa delle risultanze delle indagini e di stare collaborando con le autorità competenti. Ma nel silenzio istituzionale si fa largo la preoccupazione crescente tra i lavoratori, già scossi da episodi simili avvenuti in passato in altri stabilimenti industriali della regione.
L’incidente alla Michelin si inserisce infatti in un quadro nazionale allarmante. Secondo i dati INAIL, gli infortuni sul lavoro in Italia continuano a crescere, con una media di tre morti al giorno nel 2024. Particolarmente colpita la zona di Torino e del Piemonte, che ha registrato un incremento dei casi più gravi. Le cause sono molteplici: ritmi produttivi elevati, turnazioni pesanti, difficoltà nei controlli, ma anche la riduzione del personale specializzato dedicato alla sicurezza, spesso visto come un costo invece che come una garanzia.
Nel caso di Cuneo, sarà fondamentale capire se le norme interne sul transito dei mezzi siano state rispettate, se le segnalazioni di pericolo fossero ben visibili, e soprattutto se le condizioni ambientali (come segnaletica, illuminazione, percorsi pedonali e formazione degli operatori) abbiano contribuito all’accaduto.
Il tema delle manovre in aree condivise è da anni un punto dolente nella sicurezza industriale. Le normative esistono, ma spesso sono di difficile applicazione, specie in stabilimenti molto estesi come quello di Cuneo, dove la promiscuità tra pedoni e mezzi è frequente. Ogni ritardo, ogni dimenticanza, ogni mancanza può trasformarsi in una tragedia annunciata.
Nel frattempo, mentre l’uomo lotta per il recupero in un letto d’ospedale, sindacati e RLS (Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza) tornano a chiedere controlli più serrati, maggiore trasparenza e investimenti concreti nella prevenzione. Perché in un Paese in cui il lavoro spesso uccide o mutila, non basta più la retorica dell’evento isolato: servono regole chiare, applicate ogni giorno, e un cambiamento culturale che metta la vita delle persone davanti a tutto.
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