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Cronaca

Precipita con l’auto e resta avvolto dalle fiamme: 71enne salvato per miracolo a Lanzo

Incidente a Lanzo, soccorsi immediati: vigili del fuoco e sanitari del 118 in azione, cause in fase di accertamento

I soccorsi

I soccorsi

Una mattina d’estate che si trasforma in incubo. Un tratto di montagna immerso nel silenzio e nella solitudine viene squarciato dal rombo di un’auto che perde il controllo, vola giù da un pendio impervio e si schianta nella boscaglia. Poi le fiamme, alte, feroci, pronte a divorare tutto. E in mezzo a quell’inferno, un uomo di 71 anni, solo, ferito, bruciato, ma vivo. Ancora vivo.

È accaduto nella tarda mattinata di oggi, sabato 19 luglio, lungo la strada provinciale 30 che da Lanzo Torinese si arrampica tra le montagne. Una zona panoramica, battuta nei weekend da escursionisti e motociclisti, ma anche profondamente insidiosa. E infatti oggi l’asfalto ha presentato il conto.

Secondo le prime ricostruzioni, l’uomo – un pensionato residente a Fiano, alla guida di una Fiat Panda – stava percorrendo un tratto particolarmente tortuoso e isolato quando, per cause ancora da accertare, ha perso il controllo del mezzo. Nessun altro veicolo coinvolto. Nessun testimone oculare. Solo lui, la strada e una curva che si è trasformata in trappola.

La vettura ha perso aderenza e ha sbandato, finendo fuori carreggiata. Poi il volo: metri e metri in discesa tra rovi, terra secca e radici. L’impatto è stato violentissimo. La Panda si è accartocciata contro il pendio e ha preso fuoco quasi immediatamente. Le fiamme hanno cominciato a divorare la carrozzeria, con il rischio concreto di innescare un incendio boschivo. Eppure, in quello scenario apocalittico, l’uomo è riuscito a uscire da solo dall’abitacolo. Con il corpo ustionato, con i vestiti bruciati, con la paura negli occhi. Ma in piedi.

Alcuni passanti, notando il fumo alzarsi dalla boscaglia, hanno lanciato l’allarme. Erano le 11.30 del mattino. In pochi minuti sul posto si sono precipitati i Vigili del Fuoco di Torino, una squadra specializzata in interventi montani, il 118, l’elicottero sanitario e il mezzo “Drago” del reparto elicotteri dei pompieri. Un dispiegamento di forze impressionante, ma necessario: il rogo minacciava di propagarsi e le condizioni del ferito erano gravi.

L’uomo è stato subito preso in carico dai sanitari. Ustioni sul 15% del corpo, ma cosciente. È stato stabilizzato sul posto e quindi elitrasportato al CTO di Torino, centro di riferimento per la medicina d’emergenza e per i grandi ustionati. Non è in pericolo di vita, ma le sue condizioni sono considerate serie.

Le operazioni di soccorso non sono state semplici. Il terreno scosceso, la vegetazione fitta, le lingue di fuoco e il rischio di esplosione hanno complicato ogni manovra. I vigili del fuoco hanno prima contenuto le fiamme, creando un varco per consentire l’accesso al personale sanitario, poi hanno domato completamente il rogo e bonificato l’area. In parallelo, le forze dell’ordine hanno avviato i rilievi per chiarire la dinamica dell’incidente.

Al momento, le ipotesi sono tutte aperte. Potrebbe essersi trattato di una banale distrazione, di un malore improvviso, o forse di un cedimento meccanico. L’assenza di testimoni diretti e la posizione isolata dell’incidente non agevolano le indagini. Ma un dato è certo: se l’uomo non fosse riuscito a uscire in tempo dalla vettura, oggi staremmo raccontando un’altra storia. Una storia senza lieto fine.

Il fatto ha riacceso l’attenzione su un tema spesso trascurato: la sicurezza dei tracciati montani. In questi giorni di luglio, con l’aumento del traffico su strade secondarie e panoramiche, il rischio di incidenti cresce esponenzialmente. Alte temperature, fondo stradale polveroso, pendenze insidiose, curve cieche, freni messi a dura prova: bastano pochi istanti di distrazione per trasformare un viaggio nel verde in una tragedia.

I Vigili del Fuoco hanno colto l’occasione per lanciare un nuovo appello alla prudenza: «Sulle strade di montagna non esistono errori piccoli. Ogni manovra va ponderata, ogni curva va rispettata. Controllare lo stato del veicolo, rallentare nei tratti ripidi e non fidarsi mai troppo della propria esperienza è fondamentale».

Il rogo di oggi avrebbe potuto trasformarsi in un incendio boschivo esteso. Avrebbe potuto mettere a rischio altre vite. Avrebbe potuto diventare una tragedia. Invece, grazie all’efficienza della macchina dei soccorsi e alla prontezza del conducente, il bilancio si limita – per fortuna – a una grande paura, a ustioni serie ma non mortali, e a un’auto carbonizzata. Ma è un promemoria brutale: la montagna non perdona disattenzioni. Mai.

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