Cerca

Cronaca

Truffa dello specchietto tra Nichelino e Moncalieri! Fingono danni all’auto e chiedono soldi

Casi in aumento nel sud di Torino: come difendersi dai truffatori e proteggere la propria sicurezza

Truffa dello specchietto

Truffa dello specchietto tra Nichelino e Moncalieri! Fingono danni all’auto e chiedono soldi

L’estate, per molti sinonimo di vacanza e relax, per altri diventa il terreno ideale per mettere a segno truffe rapide e apparentemente innocue. È quanto sta accadendo negli ultimi giorni a Nichelino e Moncalieri, comuni della cintura sud di Torino, dove si stanno moltiplicando gli episodi legati alla truffa dello specchietto rotto, un inganno ormai ben noto ma che continua, ciclicamente, a mietere vittime. Il copione è sempre lo stesso: un piccolo urto, reale o simulato, un'accusa fulminea rivolta al conducente di turno e una richiesta di denaro per evitare fastidi con assicurazioni o denunce. Ma dietro questo teatro improvvisato si nasconde un meccanismo ben rodato, con dinamiche precise e una strategia che sfrutta soprattutto la sorpresa e l’imbarazzo.

Le segnalazioni, raccolte anche dai comandi locali delle forze dell’ordine, parlano chiaro: diversi cittadini sono stati avvicinati da individui sospetti con la scusa di un danno a uno specchietto laterale. Il danno, spesso simulato o preesistente, viene presentato come responsabilità della vittima designata, alla quale si propone un pagamento in contanti per “chiudere lì la questione”. I truffatori sanno bene come sfruttare la psicologia del momento: un tono affabile ma deciso, la minaccia velata di perdere tempo con pratiche assicurative, e il timore di avere torto o di aver realmente causato un danno spingono spesso la vittima ad aprire il portafogli e pagare anche solo per togliersi il problema.

Secondo chi ha denunciato l’accaduto o ha raccontato la propria esperienza, i truffatori si muovono con disinvoltura nei quartieri più trafficati o vicino ai supermercati, spesso in orari in cui le strade sono affollate ma il caldo e la fretta aiutano a mantenere basso il livello di attenzione. E se il trucco può sembrare banale, la sua efficacia si misura nel numero di casi che emergono — e in quelli che, purtroppo, restano taciuti. Quando l’importo richiesto è basso, in molti preferiscono lasciar perdere. Ma ogni mancata denuncia è, di fatto, un via libera per il truffatore, che continua indisturbato.

La Polizia Locale invita a non cedere alla pressione e a non accettare mai accordi monetari immediati. Se si viene accusati di un danno, anche minimo, è fondamentale non cedere al panico: fotografare i veicoli, annotare targhe, chiamare le forze dell’ordine o, almeno, contattare la propria assicurazione. Un altro segnale rivelatore: appena si propone di coinvolgere i carabinieri o la polizia municipale, il sedicente danneggiato cambia tono o si allontana rapidamente. È un classico: il truffatore sa che la sua messinscena non reggerebbe di fronte a un accertamento ufficiale.

Inoltre, le autorità ricordano che ogni tentativo di raggiro, anche se non andato a segno, dovrebbe essere denunciato, indicando con precisione luogo, orario, descrizione del veicolo e del soggetto coinvolto. Questo consente di mappare le aree più esposte e di coordinare controlli mirati. La collaborazione dei cittadini è in questo senso cruciale: solo con un sistema di allerta diffuso e partecipato si può creare un vero argine contro questa tipologia di reati minori, che però incidono profondamente sul senso di sicurezza collettiva.

In un’estate in cui già si moltiplicano gli appelli alla prudenza, anche sulla strada non si può abbassare la guardia. Perché la truffa dello specchietto, tanto semplice quanto odiosa, non è solo un imbroglio: è una violazione della fiducia tra cittadini, una forma subdola di violenza psicologica e un attacco alla serenità quotidiana. Colpisce chiunque, spesso le persone più gentili o più anziane, quelle che non vogliono litigare o perdere tempo, ma che finiscono per ritrovarsi truffate.

Serve quindi più consapevolezza, più attenzione, più coraggio nel denunciare. E se è vero che non sempre si può prevedere il tranello, è altrettanto vero che si può imparare a riconoscerlo e a rispondere con fermezza. Perché il diritto a muoversi in una città sicura, senza il timore di raggiri, non dovrebbe mai andare in vacanza.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori