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12 Luglio 2025 - 13:18
Patteggiò per violenza sessuale, prof torna a insegnare
"C'è solo un'idoneità da parte della commissione. Non è stato assunto." Il rettore dell'Università Lum di Casamassima, in provincia di Bari, Antonello Garzoni lo ripete più volte per sgombrare il campo da equivoci, dopo la pubblicazione degli atti di un concorso per un posto di professore ordinario in medicina legale. L’unico candidato a presentare domanda è stato Giancarlo Di Vella, risultato idoneo secondo la commissione giudicatrice. Ma l’idoneità, precisa il rettore, "non equivale a un’assunzione".
Il nome di Di Vella non è nuovo alle cronache. Ex direttore della scuola di specializzazione della Città della Salute di Torino, il docente ha lasciato l’incarico in seguito a una vicenda giudiziaria pesante. A suo carico c’erano accuse di violenza sessuale, molestie, stalking nei confronti di specializzande e studenti, nonché di falso ideologico legato all’accreditamento ministeriale della scuola. I fatti contestati si sarebbero protratti tra il 2016 e il 2024.
Nel febbraio 2024 era stato sottoposto agli arresti domiciliari, misura poi attenuata dal Tribunale del Riesame con il divieto di dimora in Piemonte e l’interdizione dagli incarichi direttivi per un anno. Cinque mesi fa ha patteggiato una condanna a un anno, undici mesi e dieci giorni di reclusione, pena sospesa. Dopo le dimissioni da ogni incarico torinese, è rientrato in Puglia, sua terra d’origine, essendo nato a Bari.
È in questo contesto che si colloca la sua candidatura all’Università Lum. L’unico a partecipare al bando, Di Vella ha ottenuto dalla commissione scientifica l’idoneità sulla base del curriculum, che però – chiarisce il rettore – "non implica automaticamente una chiamata". La valutazione della commissione, spiega Garzoni, riguarda esclusivamente il profilo scientifico e didattico: "In questa fase non si entra nel merito di aspetti giudiziari o di altra natura che riguardino il candidato."
Tuttavia, sarà compito degli altri organi accademici dell’ateneo esprimersi sul caso in tutte le sue implicazioni, anche etiche e disciplinari. "Alla Lum – ricorda il rettore – abbiamo un codice etico rigoroso, con un regolamento disciplinare molto ferreo. Alcune vicende potrebbero risultare incompatibili con i nostri valori."
Un elemento che non passa inosservato riguarda anche le ricadute sull’immagine e sull’attrattività dell’offerta formativa: gli studenti della facoltà di Medicina della Lum, infatti, versano una retta annua di 15.000 euro.
La decisione finale sulla possibile chiamata arriverà tra circa due mesi. "Il dipartimento di Medicina e Chirurgia – prosegue Garzoni – dovrà esprimersi entro 60 giorni dalla pubblicazione degli atti. Poi toccherà al Senato accademico e al Consiglio di Amministrazione pronunciarsi sull’eventuale presa di servizio."
“A oggi – conclude il rettore – il professor Di Vella non fa parte dell’organico della Lum. Nessun organo accademico ha ancora deliberato in tal senso.”
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