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Cronaca
05 Luglio 2025 - 18:06
Immagine di repertorio
Un corpo in avanzato stato di decomposizione, nessun documento, solo tatuaggi sulle braccia a fare da carta d’identità. È stato un ragazzo tunisino, probabilmente minorenne o poco più che maggiorenne, la vittima senza nome ritrovata nel pomeriggio di due giorni fa nei locali dell’ex sede Inps di corso Giulio Cesare, alla periferia nord di Torino. A dare l’allarme, un passante che ha sentito un odore nauseabondo provenire dalla struttura abbandonata, diventata ormai rifugio di disperati e tossicodipendenti.
Quando la polizia è arrivata sul posto, allertata da una telefonata al 112, ha trovato il corpo riverso a pancia in giù in fondo a una rampa. Il ragazzo indossava pantaloni corti, una maglietta e ciabatte. Nulla di più. Nessun documento, né segni evidenti di violenza. Addosso solo un cellulare, che è stato immediatamente sequestrato.
Gli investigatori della Squadra Mobile, coordinati da Davide Corazzini, hanno impiegato ore per risalire alla sua identità. Decisivi i tatuaggi che il giovane aveva sulle braccia, riconosciuti grazie al lavoro incrociato degli investigatori. A occuparsi del fascicolo è il pm Paolo Cappelli. Al momento, l’autopsia non ha rilevato traumi o ferite compatibili con un’aggressione, ma per chiarire le cause del decesso sarà fondamentale l’esame tossicologico atteso nei prossimi giorni.

L’ipotesi più accreditata è che si tratti di overdose o morte legata a una crisi da stupefacenti. Ma nulla è escluso. Le telecamere, pur essendo installate in un edificio fatiscente, risultano ancora funzionanti: è proprio da quelle immagini che potrebbero arrivare elementi cruciali per capire chi fosse con lui, quando è entrato, se qualcuno lo ha accompagnato, e cosa è accaduto dopo.
Il degrado dell’edificio è noto da anni. L'ex Inps, situato a pochi passi dal fiume Stura e dalla tangenziale, è diventato nel tempo un simbolo dell'abbandono urbano, una “cattedrale” del nulla dove si consumano microcriminalità, bivacchi e disperazione quotidiana. I residenti lo denunciano da tempo: spaccio, occupazioni, risse, degrado. Ora anche una morte senza spiegazioni.
La salma, recuperata con difficoltà a causa dello stato del corpo, è stata trasferita in obitorio per gli accertamenti medico-legali. La Squadra Mobile è al lavoro per mappare i contatti del ragazzo attraverso il cellulare, che potrebbe rivelare a chi ha parlato, chi ha incontrato, e soprattutto perché si trovasse lì, da solo, in quell’edificio fatiscente, da almeno tre o quattro giorni.
Non è la prima volta che un cadavere viene trovato tra le macerie del degrado urbano. Ma questa volta è un ragazzo. Un giovanissimo. Forse un rifugiato, forse un invisibile. Un corpo lasciato lì a marcire, mentre attorno la città scorre ignara. Ora tocca alla giustizia dare un nome non solo alla vittima, ma anche alla verità.
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