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Cronaca

Valigie gonfie e controlli serrati: in sei mesi già intercettati 4 milioni tra Italia e Svizzera

Traffico di valuta sul confine Italia-Svizzera: nel 2025 raddoppiano gli importi non dichiarati, mentre le autorità intensificano i controlli per contrastare l'occultamento di contanti nei viaggi transfrontalieri.

Valigie gonfie e controlli

Valigie gonfie e controlli serrati: in sei mesi già intercettati 4 milioni tra Italia e Svizzera

Valigie imbottite di contanti, ma anche banconote nascoste nei vestiti o nelle fodere dei sedili, nel tentativo di sfuggire ai controlli doganali. È quanto sta emergendo dal confine tra Italia e Svizzera, in particolare lungo la direttrice che attraversa il territorio del Verbano-Cusio-Ossola, dove nel primo semestre del 2025 sono stati intercettati flussi di valuta per oltre 4 milioni di euro, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2024.

A rendere noti i dati sono il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Verbania e l’Agenzia delle Dogane, che da mesi stanno monitorando con attenzione crescente il traffico transfrontaliero di denaro, assegni e valori mobiliari, tra le aree del VCO e il territorio elvetico. A insospettire le autorità è stato il repentino aumento dei movimenti, che in sei mesi ha già superato ampiamente l’intero volume dell’anno precedente.

Sono stati oltre mille i controlli effettuati da gennaio a giugno 2025 ai valichi principali – in particolare a Domodossola, Iselle di Trasquera e Cannobio – con un’intensificazione delle verifiche su autobus turistici, auto private e treni in arrivo dalla Svizzera. Il bilancio è significativo: 1,1 milioni di euro di valuta non dichiarata scoperta e 90mila euro già riscossi tramite oblazioni volontarie da parte dei passeggeri colti in fallo.

L’obbligo di dichiarazione doganale, va ricordato, scatta per qualsiasi movimento di denaro contante superiore ai 10.000 euro, sia in entrata sia in uscita dall’Italia. Si tratta di una norma in vigore da anni, pensata per contrastare il riciclaggio e i traffici illeciti, eppure in molti – per disattenzione, furbizia o strategia – tentano ancora di eluderla, affidandosi a sistemi improvvisati ma spesso goffi.

Guardia di Finanza

Le modalità con cui il denaro viene occultato sono ormai note agli investigatori: pacchetti nascosti nei bagagli a mano, ma anche nelle fodere dei sedili, in scarpe con doppia suola, o addirittura nel cibo. In alcuni casi, la valuta viene divisa tra più passeggeri, nel tentativo di aggirare la soglia dei 10mila euro a testa. Ma i controlli incrociati e l’esperienza degli agenti spesso smascherano i tentativi.

Secondo fonti investigative, l’impennata registrata nel 2025 potrebbe essere legata a nuove rotte del denaro contante, alimentate da fenomeni come l’evasione fiscale, i pagamenti in nero e le attività commerciali irregolari. A questo si aggiunge la difficoltà – da parte di chi gestisce denaro illecito – di utilizzare il circuito bancario tradizionale, spingendo i soggetti coinvolti a trasportare fisicamente il contante oltreconfine, come avveniva con maggiore frequenza prima dell’avvento delle tecnologie di tracciamento digitale.

Ma non si tratta solo di criminalità organizzata. A finire nei controlli sono anche commercianti, turisti benestanti e piccoli imprenditori, spesso convinti che il trasporto in contanti sia più rapido, sicuro e meno tracciabile. Un errore che può costare caro: oltre alla confisca della somma eccedente e al pagamento dell’oblazione, le sanzioni amministrative possono essere elevate, fino al 40% dell’importo non dichiarato.

L’Agenzia delle Dogane e la Guardia di Finanza sottolineano come i risultati ottenuti finora siano il frutto di un approccio sempre più mirato e tecnologico ai controlli, basato su analisi dei flussi, comportamenti sospetti e tracciati abituali dei viaggiatori, ma anche su un lavoro di intelligence portato avanti in collaborazione con le autorità doganali svizzere.

Nei prossimi mesi, l’attività verrà ulteriormente rafforzata. È previsto un piano di controlli straordinari in coincidenza con i grandi eventi estivi e il traffico turistico, proprio per evitare che la stagione alta diventi un’occasione per esportare illegalmente capitali.

Il messaggio, per chi attraversa il confine con grosse somme di denaro, è chiaro: non basta nasconderlo, bisogna dichiararlo. E in un’epoca in cui i flussi finanziari si muovono sempre più in digitale, viaggiare con zaini pieni di contanti fa sempre più rumore.

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