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Il Canavesano imbruttito
03 Luglio 2025 - 10:44
Giorgia Meloni
Non so, forse ci sentiamo intoccabili, o forse la maggior parte degli italiani, nonostante tutto, ha ancora fiducia nella classe politica che li rappresenta nelle istituzioni, tanto che, alla fine, come è stato recentemente in occasione della fantapandemia da covid19, spegne qualsiasi tipo d’allarme in una sorta di rito retorico, che sa di esorcismo e che pare metterli a posto con la coscienza e la paura. Forse, o può essere, invece, che nel bel Paese le persone tossiche siano ormai la maggioranza e queste, pare prosperino nel dramma e vivano per il dramma. Diversamente è impossibile spiegare il comportamento degli italiani di fronte alle decisioni del Governo, che solo pochi giorni fa ha adeguato, come richiesto dai nostri veri padroni: N.A.T.O. e U.E., la spesa per il riarmo al 5% del P.I.L.. Cosa resasi possibile grazie all’indifferenza, quasi totale, di un Paese in odor di vacanze estive, che si trastulla tra una sagra paesana e un fine settimana al mare o in montagna. Soprattutto, cosa resasi possibile grazie alla mancanza di politica, ad una maggioranza completamente asservita agli interessi degli Stati Uniti d’America, dell’Unione Europea e di Israele e di opposizioni che, quando criticano il Governo, lo criticano perché non abbastanza sdraiato, in funzione zerbino, nei confronti di chi ci sta trascinando in guerra, in una guerra che ridurrà l’Italia ad un cumulo di macerie e di cadaveri. Poi, certo, ci sono anche “guerrieri” indomiti, politici che ci tengono a mostrarsi paladini degli italiani, non tutti sono assimilabili a Calenda, Renzi e Conte, infatti, Elly Schlein, Segretaria del Partito Democratico, dopo aver sottolineato che la decisione del Governo Meloni espone l'Italia al rischio guerra globale ed aver evidenziato quanto siamo schiacciati su Washington, al grido “l’amore non si cancella per legge”, ha fatto le valige per non mancare l’appuntamento dello scorso 28 giugno con il Gay Pride di Budapest. Insomma, niente male, probabilmente l’Italia non merita di meglio. Così, mentre la Spagna, da Stato sovrano, ha confermato senza tentennamenti, che sarà lei a decidere quanto mettere sul tavolo N.A.T.O. e U.E. per il riarmo, noi ci ritroviamo in balia di una classe politica che tutto rappresenta, ma non gli interessi degli italiani.
Sinceramente ci saremo aspettati qualcosa di diverso, soprattutto dopo che il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ospite all’università di Padova, solo pochi giorni fa, forse in un momento di lucidità, aveva affermato: “E’ morta la multilateralità. L’O.N.U. conta come l’Europa, niente. Meno di una nazione” e ancora, rivolgendosi alla N.A.T.O.: “Io alla N.A.T.O. spiego che la N.A.T.O. non ha più ragione di esistere” per poi chiudere: “O diventa un’organizzazione che si prende il compito di costruire la pace a livello mondiale e diventa qualcosa di profondamente diverso. Oppure noi non raggiungeremo l’obiettivo di una sicurezza in cui tutti possono confrontarsi all’interno di regole che valgono per tutti.”
Insomma, dopo l’esempio spagnolo, e dopo le parole di Crosetto, che credevamo non fosse affetto da disturbo della personalità multipla, era lecito aspettarsi qualcosa di differente dal solito “obbedisco”, invece, niente! Come al solito il nostro Governo e tutti i politici appartenenti al regime partitocratico italiano, mostrando ancora una volta di brillare per servilismo e inconsistenza, hanno aderito alle richieste dell’Alleanza Atlantica e dell’Unione Europea, portando le spese militari al 5% del Prodotto Interno Lordo, cosa grave, molto grave, soprattutto a vedere in quale deplorevole stato versano sanità, istruzione, trasporti, sicurezza, giustizia e lavoro.
Non solo, pare che dietro l’angolo si stia profilando l’ennesima imboscata a danno di lavoratori e risparmiatori, evidentemente ritenuti buoni solo per pagare tasse, tributi e gabelle varie.
Il Ministro Crosetto
N.A.T.O. e Europa si aspettano da noi 70-80 miliardi all’anno da destinarsi a spese militari, cosa che certamente l’Italia non può garantire a meno che non si creda nei miracoli, infatti il 5% del nostro P.I.L., tenuto artificiosamente sopra lo zero per soli motivi politici, potrebbe al massimo garantire pochi spiccioli, buoni, forse, per acquistare poche armi usate al mercato nero, cosa che sanno tutti, la Meloni, Crosetto, Giorgetti e anche Conte che da poco si è riscoperto immacolato. Invero, è da un po’ di tempo e non è certo un caso, che si parla di “Prodotto Interno Lordo pro capite”, cioè dell’indicatore economico che rappresenta il valore medio dei beni e dei servizi prodotti in Italia in un determinato periodo di tempo diviso per il numero degli abitanti. Quello che in pratica misura la ricchezza o il reddito medio di ognuno di noi, l’indicatore economico che cerca di misurare il benessere medio di una popolazione, ma che non tiene conto della distribuzione della ricchezza all'interno della società. Bene, il P.I.L. lordo pro capite in Italia per quanto riguarda il 2024, attingendo ai dati ufficiali, è risultato essere di 37.197 euro per un P.I.L. totale di 2.192.2 miliardi di euro. Che dire, non male, ricorda un po’ quelle statistiche di fine anno, nelle quali il benessere degli italiani viene stimato sulla base dei consumi. Quelle statistiche che fanno risultare splendidamente imbandite anche le tavole dei disoccupati, dei carcerati, degli ospiti delle mense Caritas o di chi, ospite di ospedali o case di cura, si è dovuto accontentare di un semolino, una cucchiaiata di purè di patate e di un succo di frutta. Quelle statistiche che “restituiscono” dignità a molti poveri e fanno incazzare molti altri, che si accorgono di non riuscire più a pagare il mutuo, le cambiali, le medicine, o la retta universitaria dei figli. Quelle statistiche, frutto di “menti ingegnose”, che ci fanno scoprire di abitare in un Paese ricco, dove ogni italiano, fra il Natale e il Capodanno, ogni anno, più o meno, risulta aver mangiato 20 panettoni, 18 pandori, 2 kg di caviale, bevuto 15 litri di champagne e 25 litri di bollicine nostrane, oltre ad aver consumato un numero sproporzionato di cotechini contornati da quintali di lenticchie. Insomma, è accettabile che ciascun italiano, secondo le statistiche del 2024, quando ancora infuriava il dibattito politico sul reddito di cittadinanza e si era da poco scampati ai rovinosi e ripetuti lockdown imposti dai Governi Conte e Draghi, che causarono la chiusura di centinaia di migliaia di partite I.V.A., risulti avere un reddito che sfiora i 40.000 euro annui?
Probabilmente, visto che nessuno obbietta, si! E’ cosa buona e giusta.
Probabilmente arriveranno i “Bond” per finanziare il riarmo, probabilmente in cambio di interessi da fame. Probabilmente verranno inizialmente sottoscritti da migliaia, forse milioni di italiani, indifferenti del baratto: 100 euro d’interessi su un investimento di 10.000 euro in cambio della vita di un bimbo palestinese, che i nostri amici israeliani, “facendo il lavoro sporco per tutti noi”, come ha detto il Cancelliere tedesco Friedrich Merz in occasione dell’ultimo “G7”, stanno quotidianamente eliminando perché, probabilmente, ritenuti brutti, sporchi e cattivi, soprattutto se gli si da modo di crescere.
Una cosa è comunque certa, i soldi che spenderemo in armi, li toglieremo alla sicurezza del territorio, alla sanità, alla giustizia, alla scuola, ai servizi, ai lavori pubblici, alle pensioni e all’assistenza degli anziani, sempre più scaricati sulle famiglie, a loro volta sempre più povere e sempre più taglieggiate dallo Stato.
Eppure, niente, non si muove foglia, pare che lo stato d’animo del nostro Paese sia caratterizzato da malinconia profonda, noia esistenziale, insoddisfazione e un senso di vuoto interiore non colmabile. Ormai si crede a chi ha più spazio in televisione, a chi la spara più grossa, pare che neppure chi fa sfoggio di importanti titoli di studio, tanto da esibirli sul portone di casa o sul campanello dell’abitazione, sia in grado di comprendere che ci stanno portando alla distruzione totale, quasi che, anni e anni di studi, anche accademici, non siano serviti a nulla. Gli italiani si godono la “pace”, una “pace” regolata dal potere politico e finanziario, intessuta di buonismo e permissivismo, in nome della quale il potere governa indisturbato, riuscendo anche a vendere con successo che “per la pace bisogna essere pronti alla guerra”.
L’aspetto peggiore di questo atteggiamento è che riteniamo di correre rischi, cosa mutuata dai film made in Hollywood e dalla narrativa ufficiale, dal cattivo che, guarda caso, ha sempre leggi, stili di vita, usanze e credo religiosi diversi dai nostri e che risulta sempre estraneo alla nostra vita “libera”, “splendidamente” regolata da istituzioni “democratiche”. La colpa è sempre del “Dittatore”, del “Regime dei fanatici”, o dello “Stato canaglia” di turno. Il Dittatore, ci viene raccontato, è sempre un po’ pazzo e tanto criminale e mette a repentaglio la pace voluta da noi buoni. Nessuno che si sforzi a guardare in faccia la realtà, i buoni per antonomasia, i nipotini dello Zio Sam, quelli che da oltre mezzo secolo fanno e disfano governi su tutto il pianeta Terra, il prossimo anno compiono 250 anni di vita e, sempre alla caccia di cattivi, cosa che li ha portati sin da subito a sterminare circa 200 milioni di Nativi, hanno vissuto, contando la precedente presidenza Trump, 12 anni di pace, decisamente non male, se si pensa che sono sempre buoni, accaniti esportatori di pace e diritti umani, quando serve, sempre, a mano armata. Allora guardiamoli in faccia questi pazzi Dittatori: il cinese Xi Jinping, il russo Vladimir Putin e il nord coreano Kim Jong-un, gente che, se avesse avuto la stessa voglia di pace del sempre martire, l’israeliano, Benjamin Netanyahu, del Segretario Generale della N.A.T.O., l’olandese Mark Rutte, del Presidente francese Emmanuel Macron, del Cancelliere tedesco Friedrich Merz, del Primo Ministro inglese Keir Starmer, della Presidentessa della Commissione Europea, Ursula Von per Leyen e dei Presidenti americani, Joe Biden prima e Donald Trump ora, o del patriota, l’eroe in odor di coca e santità, Volodymir Zelensky, adesso della Terra non ci sarebbero nemmeno più i granelli di sabbia. Insomma, la pazzia pare essersi impossessata dei leader politici occidentali, quelli che parlano e straparlano di democrazia, diritti umani, identità di genere e libertà d’espressione e poi impediscono a chiunque non la pensi allo stesso modo di poter anche solo esporre le proprie idee senza esseri bollati di tradimento o complottismo.
Non so, ma a me pare che non ci sia neppure più l’ombra dei cittadini e purtroppo non solo in Italia. Ormai ovunque abbondano i sudditi, i fan dell’intelligenza artificiale, i peccatori climatici in cerca di redenzione, quelli sottoposti in tutti i settori della vita, pubblica e privata, a soprusi di ogni genere, che non reagiscono più a nessuna violenza, a nessun arbitrio. Quelli a cui è concesso di rappresentare il proprio nazionalismo solo da “tifosi”, nelle competizioni sportive e, soprattutto, nelle partite di calcio. Non a caso, infatti, al fenomeno “sportivista”, cannibalizzato dalla grande finanza e dal capitalismo mondiale, viene dato sempre maggiore spazio nei media e non a caso la politica lo coccola come non mai, conscia dell’impatto sociale, culturale, economico e psicologico che questo rappresenta nella società contemporanea.
In definitiva, ormai, non è importante non trovare più un medico; non avere certezza che i soldi giacenti sul conto corrente oggi ci siano anche domani; non è importante avere il diritto di poter andare in pensione ad un’età che non sia prossima alla morte; non è importante non avere uno stipendio da fame; non è importante che le scuole servano a qualcosa oltre che a rilasciare un titolo di studio; non è importante lavorare in sicurezza; non è importante vivere in territori che non si sciolgano dopo uno o due giorni di pioggia; non è importante avere strade, autostrade e viadotti che non siano una raccolta di buche; non è importante evitare le guerre e non è importante evitare l’estinzione del popolo palestinese. Le cose importanti oggi sono altre e non è un caso se 365 giorni all’anno le televisioni trasmettono sport e i Tg sono diventati solo più degli intermezzi che hanno lo stesso scopo delle pubblicità, c’è chi reclamizza biscotti, medicinali, profumi, automobili e chi più ne ha più ne metta e chi reclamizza “verità”, quelle che ci vende la nostra “informazione” ufficiale e che, piaccia o no, siamo costretti a comprare ed a pagare a carissimo prezzo.
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