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Cronaca

Sesso e droga con una minorenne: arrestato 56enne, incastrato dalle chat sul cellulare

Accuse di droga e abusi su minori: un uomo di Viguzzolo agli arresti domiciliari mentre le indagini svelano una rete di manipolazione e controllo

Sesso e droga

Sesso e droga con una minorenne: arrestato 56enne, incastrato dalle chat sul cellulare

Un uomo di 56 anni, residente a Viguzzolo in provincia di Alessandria, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Tortona con l'accusa di cessione di droga e atti sessuali con una minore. A far partire l’inchiesta, ancora in fase di sviluppo, è stata la denuncia della madre della ragazza, insospettita dal comportamento sempre più strano della figlia. Un sospetto che si è presto trasformato in un incubo, dopo aver letto sul cellulare della giovane messaggi inequivocabili: conversazioni intime, allusioni sessuali e riferimenti alla marijuana.

Le indagini si sono avviate nei mesi scorsi ma hanno avuto una svolta solo dopo l’analisi forense dei dispositivi elettronici in uso all’uomo, che ha permesso ai militari di raccogliere gravi e concordanti indizi di colpevolezza. In particolare, sono emersi due episodi documentati di cessione di marijuana alla minore, ma soprattutto chat dettagliate che ricostruiscono una relazione inappropriata e sessualmente esplicita, culminata – secondo quanto accertato finora – in atti sessuali veri e propri.

Il quadro indiziario si è fatto così pesante che il gip ha disposto la custodia cautelare, anche se l’uomo, al momento, si trova agli arresti domiciliari. Un provvedimento che non ha mancato di suscitare perplessità, considerando la gravità dei reati contestati e la fragilità della vittima coinvolta. Le autorità giudiziarie hanno tuttavia motivato la misura con la necessità di proseguire le indagini, e in particolare di approfondire l’analisi dei dispositivi elettronici sequestrati, che potrebbero nascondere ulteriori elementi probatori.

Non è ancora chiaro da quanto tempo l’uomo fosse in contatto con la ragazza, né se questa fosse l’unica giovane a essere stata coinvolta in simili dinamiche. Ma già da ora appare evidente un profilo manipolatorio che ha sfruttato la fragilità adolescenziale per ottenere consenso e fiducia, poi piegati a fini illeciti. La cessione di sostanze stupefacenti non sarebbe stata solo un episodio isolato, ma un strumento di seduzione e controllo, usato per mantenere una relazione squilibrata e pericolosa.

La madre della vittima, che per prima ha avuto il coraggio di denunciare quanto stava accadendo, ha consegnato alla giustizia la prova più diretta dell’abuso: uno smartphone pieno di messaggi che documentano la complicità forzata e il disagio della figlia, nonché il tentativo dell’uomo di nascondere o minimizzare i propri gesti. Una storia che, come spesso accade, si è sviluppata nel silenzio delle chat e nel quotidiano invisibile della provincia, senza clamori e sotto l’apparenza dell’ordinario.

Il paese di Viguzzolo è scosso. Nessuno, tra i residenti, si aspettava un simile epilogo. L’uomo, secondo le prime indiscrezioni, non era noto alle forze dell’ordine, né risultano precedenti specifici a suo carico. Un profilo che appariva normale, se non addirittura insospettabile, e che proprio per questo rende ancora più allarmante l’episodio. È la dimostrazione di quanto sia facile oggi per un adulto abusare del proprio ruolo e della propria posizione, sfruttando la tecnologia per abbattere le distanze e instaurare rapporti ambigui e pericolosi con minori.

Le forze dell’ordine stanno ora verificando se l’uomo avesse altri contatti con giovani, o se dalle chat sequestrate possano emergere nuove piste d’indagine. Gli approfondimenti riguardano anche eventuali app di messaggistica criptate, e l’eventuale esistenza di contenuti multimediali compromettenti. Non si esclude che, nei prossimi giorni, possano esserci ulteriori perquisizioni o interrogatori.

In parallelo, i servizi sociali sono stati attivati per assistere la minore e la sua famiglia, che ora si trova a fare i conti con le ferite lasciate da una vicenda che va ben oltre il reato penale. È una frattura emotiva, che richiederà tempo, cura e sostegno per essere affrontata. La procura di Alessandria, intanto, conferma che le indagini sono in pieno corso e invita chiunque avesse notizie utili a rivolgersi ai carabinieri di Tortona.

Questo episodio riaccende i riflettori sulla necessità di proteggere i minori nell’era digitale, dove la distanza fisica non è più un ostacolo e dove la vigilanza dei genitori diventa fondamentale. Ma serve anche un sistema capace di intercettare i segnali del disagio prima che sia troppo tardi. E soprattutto serve una giustizia rapida e incisiva, che non lasci sole le vittime.

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