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Cronaca

Scontro a Rivarolo Canavese: scooter finisce sotto un'auto

Incidente a Rivarolo Canavese: scontro tra Jeep e scooter riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale e le criticità della viabilità urbana

Scontro a Rivarolo Canavese

Scontro a Rivarolo Canavese: scooter finisce sotto un'auto

Un giovedì qualunque, un pomeriggio di quelli che a Rivarolo Canavese iniziano a scaldarsi sotto il sole estivo e con il via vai frenetico delle auto in centro. Ma il 3 luglio 2025, poco dopo le 13, la consueta routine si è infranta di colpo all’incrocio tra corso Indipendenza e via Oglianico, dove uno scontro tra una Jeep Avenger e uno scooter Kimco Agility 125 ha provocato attimi di forte tensione e rallentamenti a catena.

L’impatto, avvenuto in piena ora di punta, è stato violento: lo scooter è rimasto incastrato sotto il paraurti anteriore della Jeep, attirando in pochi istanti l’attenzione dei passanti e dei residenti della zona. A bordo del due ruote vi era un uomo, che, fortunatamente, ha riportato ferite lievi nonostante l’evidente dinamica potenzialmente drammatica. La donna al volante della Jeep, invece, è uscita illesa dallo scontro, ma in evidente stato di shock.

I primi ad arrivare sul posto sono stati i volontari della Croce Rossa di Rivarolo, che hanno prestato immediata assistenza al conducente dello scooter. Dopo le prime valutazioni cliniche, l’uomo è stato trasportato al vicino ospedale di Cuorgnè per accertamenti precauzionali. Sul luogo dell’incidente anche gli agenti della Polizia Locale, che hanno gestito i rilievi e cercato di dirigere il traffico, ormai bloccato su entrambe le carreggiate.

Il tratto di corso Indipendenza coinvolto nell’impatto è tra i più frequentati della città, crocevia di residenti, studenti, lavoratori, mezzi pubblici e veicoli privati. Basta un attimo di distrazione, una precedenza mancata, una manovra azzardata per trasformare un normale pomeriggio in una situazione d’emergenza. E mentre il traffico si ingolfava sotto il sole di luglio, in molti si sono chiesti se quell’incrocio – già teatro di diversi episodi simili – non meriti un’attenzione particolare da parte dell’amministrazione.

Non è la prima volta, infatti, che in quell’area si verificano incidenti. Alcuni commercianti della zona hanno riferito che negli ultimi mesi si sono verificati diversi scontri a poca distanza dal punto dell’impatto, spesso per mancato rispetto delle precedenze o scarsa visibilità nelle manovre di svolta. Da tempo si parla di interventi sulla segnaletica e sulla gestione della viabilità, ma nulla, finora, sembra essere stato fatto in maniera strutturale.

Questo nuovo incidente riporta così al centro dell’attenzione un tema cruciale per una cittadina che, nonostante le dimensioni contenute, deve affrontare criticità tipiche dei contesti urbani più complessi: traffico congestionato, scarsa attenzione alla guida, mancanza di infrastrutture adeguate per i veicoli leggeri come bici e scooter.

C’è poi il problema più ampio dell’educazione stradale, che tocca tutte le fasce d’età e che riguarda tanto gli automobilisti quanto i motociclisti e i pedoni. In molti auspicano campagne di sensibilizzazione pubblica, magari con il coinvolgimento delle scuole, delle associazioni cittadine e delle forze dell’ordine.

L’incidente di corso Indipendenza è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi che hanno messo in evidenza le fragilità della rete urbana di Rivarolo. A fare le spese, questa volta, è stato un uomo che, per fortuna, se l’è cavata con qualche escoriazione e tanta paura. Ma basterebbe davvero poco perché la prossima volta il bilancio sia più grave.

Le istituzioni locali, in particolare il Comando della Polizia Locale, si trovano ora davanti all’ennesimo campanello d’allarme. La speranza è che non ci si limiti alla raccolta dei rilievi tecnici e alla gestione dell’immediato, ma che si apra finalmente una riflessione seria sulle priorità viabilistiche cittadine.

Nel frattempo, la circolazione è tornata alla normalità nel tardo pomeriggio, quando lo scooter è stato rimosso e la strada ripulita. Ma la giornata di giovedì 3 luglio resterà impressa nella memoria di chi era presente sul posto, tra sirene spiegate, motori spenti e lo sguardo incrociato di chi, anche solo per un attimo, ha avuto paura che potesse finire peggio.

E se oggi si può tirare un sospiro di sollievo, domani sarebbe il caso di tirare fuori un piano concreto. Perché Rivarolo non può più permettersi di considerare questi episodi come incidenti inevitabili, ma deve iniziare a chiamarli con il loro nome: conseguenze prevedibili di una città che ha bisogno di maggiore cura nella sua mobilità quotidiana.

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