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Cronaca

Viverone, travolto a un incrocio, muore a 77 anni: addio a Giorgio Cillo

La tragica scomparsa di Giorgio Cillo: un addio che riaccende i riflettori sulla sicurezza stradale lungo la SP228

Viverone, travolto a un incrocio

La tragica scomparsa di Giorgio Cillo: un addio che riaccende i riflettori sulla sicurezza stradale lungo la SP228

Stava tornando da una passeggiata nei boschi di Andrate, alla ricerca di funghi, quando un gruppo di giovani lo ha travolto all’incrocio di Piverone, sulla strada provinciale 228. È morto così Giorgio Cillo, 77 anni, commerciante in pensione di Viverone, ricoverato in condizioni disperate al Cto di Torino. L’uomo si trovava a bordo della sua Vespa, fedele compagna di vita e libertà, quando, martedì pomeriggio, all’altezza del semaforo, è stato colpito da un’auto con a bordo giovanissimi reduci da una giornata in piscina. Il suo ultimo viaggio si è interrotto sull’asfalto, in un tratto già segnalato come critico.

Dai primi accertamenti, pare che Cillo stesse attraversando l’incrocio con il semaforo verde, dinamica ora al vaglio dei carabinieri della compagnia di Ivrea. I militari stanno ricostruendo le fasi precise dello scontro, mentre in paese si moltiplicano le domande e i messaggi di dolore. I traumi riportati sono stati troppo gravi: nonostante l’intervento dell’elisoccorso e il ricovero immediato al Cto, Giorgio Cillo si è spento nella serata di mercoledì, dopo un giorno di agonia.

Viverone perde un volto storico. Dopo anni di attività nel commercio, Cillo si era ritirato sulle sponde del lago dedicandosi alla sua più grande passione: la pesca. Collaborava con il Comune per la gestione delle autorizzazioni e per la cura della piscicoltura locale, un impegno che lo vedeva spesso presente e attivo nei luoghi più amati della comunità.

Anche quella Vespa, con cui si muoveva spesso da solo, era parte della sua quotidianità: mezzo lento, sicuro, testimone di un modo di vivere che sembrava volersi sottrarre al ritmo moderno. Ma proprio quella Vespa è diventata il simbolo tragico di una vita spezzata da un’auto e da un semaforo, in un pomeriggio qualunque.

In paese lo chiamavano “il pescatore gentile”. Sempre disponibile, con una parola per tutti, Giorgio Cillo era parte del tessuto sociale di Viverone, figura familiare e rispettata. La notizia della sua morte ha colpito profondamente tutta la comunità. Molti lo ricordano con affetto anche per la sua attività di volontariato e il suo spirito generoso.

L’incidente riapre il tema della sicurezza lungo la SP228, un’arteria molto trafficata che collega il lago e l’alto Eporediese. L’incrocio dove è avvenuto lo schianto, regolato da semaforo, è considerato da tempo pericoloso, specie nei mesi estivi con l’aumento del traffico. Ora si attendono i rilievi ufficiali per capire se siano stati rispettati i segnali e se vi siano responsabilità.

I funerali di Giorgio Cillo si terranno nei prossimi giorni a Viverone, e non sarà solo un addio: sarà un momento per riflettere, ancora una volta, sul prezzo che si paga quando la strada non è abbastanza sicura.

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