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Cronaca
11 Giugno 2025 - 12:48
Maxi operazione antidroga: tre arresti e due piantagioni smantellate
Una cascina abbandonata trasformata in serra e un casolare isolato usato come laboratorio. È questo lo scenario emerso da una doppia operazione antidroga portata a termine dai carabinieri della Compagnia di Alessandria, che hanno smantellato due piantagioni di marijuana a Quargnento e Pietra Marazzi, sequestrando quasi un chilo e mezzo di stupefacenti e arrestando tre persone.
L’indagine, illustrata dal maggiore Davide Sessa, nasce da un'attività di osservazione e controllo partita da episodi apparentemente scollegati: due banali fermate su strada che hanno invece svelato una rete di coltivazione e spaccio distribuita tra la provincia alessandrina e Milano.
Nel primo caso, a Quargnento, i carabinieri hanno seguito le tracce di un 48enne originario del Milanese, già noto per la sua attività legata alla canapa legale, ma che — secondo quanto emerso — avrebbe deciso di affiancare anche una coltivazione di marijuana a uso illecito. Dopo un controllo stradale effettuato in ottobre, durante il quale l’uomo è stato trovato con una modica quantità di droga, i militari hanno iniziato a tenerlo sotto osservazione. I sospetti, alimentati da giustificazioni poco credibili, li hanno condotti a una cascina disabitata, dove è stato scoperto un impianto artigianale ma organizzato: circa 40 piante in fase di lavorazione e quasi un etto di prodotto pronto per la vendita.
La perquisizione si è estesa poi all’abitazione milanese dell’uomo, dove sono stati rinvenuti mezzo chilo di marijuana, già confezionata e destinata allo smercio, per un valore stimato in oltre 5.000 euro. Dopo la convalida dell’arresto, l’uomo è stato rimesso in libertà e attende ora il processo.
Marijunana
Più complessa e articolata la seconda operazione, che ha avuto come epicentro un casolare di Pietra Marazzi, dove sono stati arrestati un 58enne senza fissa dimora e una 48enne residente nel paese. Anche in questo caso, tutto è partito da un controllo stradale, nel quale l’uomo è stato trovato in possesso di marijuana, più cellulari e persino una tessera sanitaria intestata a un altro soggetto. Gli accertamenti successivi hanno portato i carabinieri a collegare il 58enne alla donna, con cui intratteneva una relazione.
Il sospetto è nato dai consumi anomali di energia elettrica dell’abitazione della donna, sproporzionati rispetto al suo reddito minimo e al contesto economico. All’interno del casolare, in parte abitato e intestato alla 48enne, è stato rinvenuto un vero e proprio laboratorio indoor, con una settantina di piante ancora a dimora, quasi 6 etti e mezzo di sostanze stupefacenti tra marijuana, cocaina e hashish, 2.000 euro in contanti e tutto il materiale necessario al confezionamento e alla pesatura delle dosi. Il giro d’affari stimato sfiorava i 6.500 euro.
Per i due, il GIP ha disposto i domiciliari e il divieto di dimora nel comune di Pietra Marazzi, con l’indagine che ora punta a chiarire se dietro le coltivazioni vi siano altri complici o una rete di spaccio più ampia.
L’operazione condotta dai carabinieri dimostra ancora una volta come, anche in zone rurali e apparentemente tranquille, possano annidarsi attività illecite ben strutturate, capaci di mimetizzarsi nel paesaggio agricolo, sfruttando immobili isolati e difficili da controllare. E conferma che spesso, dietro un semplice controllo stradale, può nascondersi un mondo sotterraneo fatto di traffici, laboratori e denaro facile. Una realtà che, fortunatamente, è finita sotto i riflettori delle forze dell’ordine.
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