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Cronaca
04 Giugno 2025 - 12:43
Orrore in parrocchia: gatto crocifisso al muro dell’oratorio (foto di repertorio)
Un'immagine crudele, sconvolgente, che ha spezzato il silenzio di un piccolo paese dell’Alessandrino. A Stazzano, nella giornata di martedì 4 giugno, una donna in passeggiata si è trovata di fronte a una scena difficile da credere: il corpo di un gatto ucciso e inchiodato a un muro, come una croce, all’esterno dell’oratorio del paese. Una scena raccapricciante che non ha lasciato spazio all’equivoco e che è stata immediatamente denunciata dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA). La donna ha fotografato l’animale, pubblicando lo scatto sui social: un'immagine che, nel giro di poche ore, ha fatto il giro del web, suscitando rabbia, dolore e sdegno.
Secondo quanto riportato da AIDAA, il responsabile del gesto potrebbe essere un adolescente. “Dalle voci e dai contenuti che circolano tra le chat dei più giovani, a vantarsi dell’orribile gesto sarebbe un ragazzino di 14 anni, residente in zona”, riferisce l’associazione in una nota ufficiale. Non ci sono, al momento, conferme da parte delle autorità, ma la notizia è ritenuta sufficientemente grave da avere già attivato le forze dell’ordine, che stanno esaminando il materiale circolato online e verificando la veridicità dei messaggi diffusi via social e chat.
La Procura dei Minori potrebbe essere coinvolta, qualora il responsabile venisse effettivamente identificato. La giustizia, in questi casi, prevede la possibilità di procedere anche in presenza di minorenni, specie quando si parla di atti connotati da crudeltà gratuita e pubblica esposizione del gesto. Ma oltre all’aspetto penale, la vicenda apre un fronte umano e sociale inquietante: come è possibile che un ragazzo di quattordici anni, o comunque un giovanissimo, possa concepire e mettere in atto un gesto tanto feroce?
Secondo AIDAA, “si tratta di un fatto abominevole non solo per la brutalità inflitta all’animale, ma anche per ciò che suggerisce in termini di disagio psicologico e mancanza totale di empatia. Siamo davanti a un comportamento che non può essere derubricato a ‘ragazzata’: è un atto di violenza deliberata, pianificata e rivendicata”. L’associazione ha chiesto un intervento immediato non solo delle autorità giudiziarie, ma anche dei servizi sociali e sanitari competenti, perché — sottolineano — “chi è capace di compiere atti simili su un animale, in età così giovane, potrebbe non fermarsi lì”.
Il paese, intanto, è sotto shock. Stazzano conta poco più di 2.000 abitanti, e l’oratorio è da sempre considerato un luogo di aggregazione sereno per bambini e famiglie. Che proprio lì sia stato trovato un corpo martoriato, inchiodato come fosse un messaggio o una sfida, ha scosso profondamente l’intera comunità. Anche la parrocchia locale si è detta costernata: il parroco ha parlato di un gesto che “spezza il cuore e che contraddice tutto ciò che un luogo educativo dovrebbe rappresentare”.
Sui social, intanto, si moltiplicano i messaggi di solidarietà per la donna che ha denunciato, ma anche gli appelli a mantenere lucidità e rispetto, specialmente se i sospetti dovessero ricadere su un minore. “Giustizia sì, ma anche comprensione delle radici del male”, scrive qualcuno. Perché in una società dove sempre più spesso la violenza viene normalizzata e condivisa come sfida tra adolescenti, episodi del genere rischiano di diventare l’inquietante campanello d’allarme di qualcosa di più profondo.
Le indagini, coordinate dai carabinieri della zona, sono in corso. Le immagini delle telecamere di sorveglianza, se presenti, potrebbero aiutare a chiarire i contorni dell’accaduto. Gli investigatori stanno anche monitorando chat e gruppi social di ragazzi del paese, alla ricerca di eventuali ammissioni, messaggi sospetti, o video che potrebbero ricollegare il gesto a un preciso autore o gruppo.
L’AIDAA, intanto, ha annunciato che costituirà parte civile nel procedimento che verrà aperto, chiedendo sanzioni esemplari e, soprattutto, programmi di rieducazione e presa in carico psicologica per i responsabili. “Perché se è vero che gli animali non possono parlare — ha detto il presidente Lorenzo Croce — è nostro dovere alzare la voce anche per loro, quando vengono torturati senza pietà”.
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