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Cronaca

Distrutta la stazione di Pinerolo: devastato il controsoffitto, lattine e cartacce ovunque

Altro che arte urbana: sette giorni dopo i graffiti autorizzati, la stazione principale finisce a pezzi. Vandali scatenati nella sala d’attesa chiusa al pubblico. Il Comune resta a guardare

Distrutta la stazione di Pinerolo: devastato il controsoffitto, lattine e cartacce ovunque

Distrutta la stazione di Pinerolo: devastato il controsoffitto, lattine e cartacce ovunque

Sette giorni fa, con toni entusiastici, il Comune di Pinerolo aveva dato il via libera a un’iniziativa “creativa”: giovani artisti chiamati a colorare i muri della stazione Olimpica con graffiti, in nome dell’arte contro il degrado. Un progetto che avrebbe dovuto trasformare gli spazi urbani in tele e i ragazzi in pittori ribelli ma costruttivi. Ma il romanticismo si è infranto bruscamente contro la realtà.

Nella notte tra giovedì e venerdì, a pochi passi da quell’entusiasmo istituzionale, la sala d’attesa della stazione centrale di Pinerolo è stata letteralmente devastata. Un raid notturno che ha lasciato sul campo pannelli del controsoffitto in frantumi, lattine usate come armi da lancio, cartacce, pacchetti di sigarette. Uno scenario da dopobomba scoperto all’alba dai pendolari: i muri non dipinti ma presi a calci, le poltroncine intatte ma circondate dai resti di un bivacco improvvisato.

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Secondo le prime ricostruzioni, a colpire sarebbe stato un gruppo – difficile pensare all’azione solitaria di un vandalo solitario. Si sono introdotti nella sala d’attesa, che in teoria doveva essere chiusa proprio per evitare episodi del genere, hanno banchettato con bibite e snack e, saziata la fame, hanno dato il via alla distruzione. Almeno venti pannelli divelti dal soffitto, a colpi di lattine lanciate in aria come proiettili in un poligono urbano.

Non è certo la prima volta che la stazione di Pinerolo finisce nel mirino del degrado. Negli anni si sono susseguiti risse tra gruppi di giovani, blocchi dei treni, aggressioni. L’episodio più eclatante resta quello di febbraio, quando una carabiniera fu aggredita e la consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Alessandra Binzoni, definì lo scalo ferroviario «un porcile», accusando il Comune di inerzia.

Il sindaco Luca Salvai, allora, rispose con un video registrato proprio in stazione: «Siamo perfettamente consapevoli che la stazione è un problema. Sono anni che ci lavoriamo. Ma se Rfi, Trenitalia e Regione Piemonte si voltano dall’altra parte, è difficile risolverlo». In quel video elencava gli interventi compiuti: vetri sostituiti, adesivi rinnovati, protocolli firmati. Ma il nodo, diceva, resta la “frequentazione”. Un eufemismo per dire che la stazione è un punto caldo, dove i protocolli faticano a diventare realtà.

Oggi, dopo l’ennesimo sfregio, la sensazione è che gli slogan sulla riqualificazione e sulla “street art” siano rimasti slogan. A vincere, per ora, è il vandalismo. Altro che graffiti contro il degrado: qui il degrado ha risposto, e l’ha fatto a colpi di calci e lattine.

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