Cerca

Cronaca

Uomo addormentato crea il caos: notte agitata alla stazione di Chieri

Un episodio surreale ha paralizzato la piccola stazione: prima l’uomo dorme a bordo di un convoglio fermo, poi torna a disturbare passeggeri e personale. Interviene la polfer ma non scatta alcun provvedimento

Uomo addormentato

Uomo addormentato crea il caos: notte agitata alla stazione di Chieri (foto archivio)

Chieri, mercoledì 14 maggio 2025 è bastato un uomo addormentato in un vagone per trasformare la routine in un pasticcio surreale. Tutto ha inizio poco dopo le 21, quando un treno sosta alla stazione in attesa della ripartenza. Il personale di Trenitalia, durante i consueti controlli, scopre che all’interno di uno dei convogli c’è un uomo profondamente addormentato, apparentemente privo di biglietto e documenti. Svegliare quell’ospite inatteso si rivela tutt’altro che semplice.

Dopo vari tentativi infruttuosi, l’uomo si sveglia e si allontana, camminando barcollante fuori dal treno. Ma la calma è solo apparente. Pochi minuti dopo torna indietro: entra di nuovo nell’area della stazione, comincia a infastidire i passeggeri e il personale, urla, gesticola, crea confusione. La tensione sale e qualcuno tra i presenti teme che possa degenerare. La scelta è obbligata: il personale ferroviario chiama la polizia ferroviaria, che arriva in tempi rapidi e prende in custodia l’uomo.

Sorprendentemente, però, non viene adottato alcun provvedimento, almeno nell’immediato. Nessun fermo, nessuna denuncia. Un fatto che ha lasciato perplessi molti viaggiatori, che si sono ritrovati coinvolti loro malgrado in una vicenda grottesca, con ritardi accumulati e nervi a fior di pelle. Per alcuni treni, l’attesa si è prolungata oltre i 30 minuti, sufficiente a trasformare il viaggio di ritorno in un’odissea, specie per chi contava di rientrare a casa in orario dopo una giornata di lavoro.

Caos in stazione

La scena ha riportato a galla un interrogativo latente tra i frequentatori delle tratte ferroviarie piemontesi: quanto è davvero sicuro viaggiare in treno, soprattutto in fasce orarie serali o in piccole stazioni? L’episodio di Chieri, sebbene concluso senza violenze o danni, ha messo a nudo le fragilità del sistema. Basta poco – una persona in evidente stato confusionale, un gesto imprevedibile – per mandare in tilt un nodo della mobilità regionale.

Sullo sfondo resta un’altra domanda: chi era quell’uomo? Qual era la sua condizione, i suoi bisogni, il suo stato psicofisico? Forse un senzatetto, forse qualcuno con problemi di salute mentale, forse solo un passeggero sfortunato. Ma se davvero non c’erano gli estremi per un provvedimento, allora che strumenti hanno le autorità per intervenire in modo efficace, garantendo al tempo stesso diritti individuali e sicurezza collettiva?

Trenitalia, interpellata da alcuni passeggeri, ha spiegato che si è trattato di un episodio isolato, ma ha ribadito l’importanza della collaborazione con le forze dell’ordine in situazioni impreviste. Resta il fatto che la stazione di Chieri, già da tempo oggetto di segnalazioni per presenze irregolari e scarsa sorveglianza nelle ore serali, meriterebbe forse un presidio più stabile.

Il treno è ripartito, i pendolari sono tornati a casa, e il binario è tornato al suo silenzio. Ma quella sera, un uomo che dormiva ha svegliato molte coscienze, lasciando un senso di inquietudine e la consapevolezza che anche un piccolo anello della rete ferroviaria può diventare un punto critico. Basta un sonno profondo e il sistema s’inceppa. E non sempre basta una pattuglia per rimettere tutto a posto.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori