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Cronaca
20 Aprile 2025 - 18:51
Due lavoratori feriti, un controsoffitto che cede, una denuncia accorata e lo stato di agitazione proclamato. È successo all’aeroporto di Torino Caselle, ma per il sindacato Usb-Ali vigilanza non è affatto un “incidente”, bensì il sintomo — clamoroso e potenzialmente tragico — di un degrado strutturale che va avanti da anni.
Il comunicato è lapidario: “L’incidente non è una fatalità, ma la diretta conseguenza di anni di menefreghismo e indifferenza da parte del gestore”. Parole durissime, indirizzate a Sagat, la società che gestisce lo scalo, accusata di ignorare da tempo le condizioni di lavoro di chi garantisce la sicurezza e la funzionalità dell’aeroporto. “Soffitti fatiscenti, sporchi, bassi, illuminazione insufficiente, climatizzazione a singhiozzo: sono le indegne condizioni in cui operano quotidianamente gli addetti alla sicurezza”.
A crollare — secondo le prime informazioni — è stato un pannello del controsoffitto in un’area operativa non accessibile al pubblico, ma il bilancio poteva essere ben più grave. Non è il primo episodio: il sindacato ricorda come si tratti del secondo cedimento in tre anni, un dettaglio che rende ancora più amara la denuncia. “Sagat è attenta solo all’immagine: ai sorrisi da mostrare ai passeggeri, alle statistiche da scalare, agli investimenti per rifare l’area commerciale. Quando si tratta di garantire sicurezza, dignità e condizioni di lavoro adeguate gira lo sguardo e chiude il portafogli”.
Il sindacato ha proclamato lo stato di agitazione, con la possibilità di azioni di protesta nelle prossime settimane. Intanto cresce l’indignazione tra i lavoratori, molti dei quali parlano — anche fuori dai comunicati ufficiali — di “situazione nota, ma sempre insabbiata”, di “lavori promessi e mai partiti”, e di “standard a due velocità: luci e vetrine per i clienti, abbandono dietro le quinte”.
Un’inchiesta interna è stata annunciata, ma dal gestore dello scalo non sono ancora arrivate repliche ufficiali. La scena, tuttavia, è già drammaticamente chiara: la sicurezza di chi vigila sull’aeroporto è stata compromessa dal soffitto stesso che avrebbe dovuto proteggerli.
E ora, inevitabilmente, tocca guardare in alto.
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