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Cronaca
14 Aprile 2025 - 09:42
Torino, smantellata l'officina del crimine: stampavano banconote false in casa e le vendevano online
Un’officina del crimine 4.0, capace di produrre banconote false e spacciarle in rete, celata tra le pareti di due abitazioni insospettabili. È quanto ha smascherato la Guardia di Finanza con l’operazione congiunta dei Nuclei Speciali Polizia Valutaria e Frodi Tecnologiche, su delega della Procura della Repubblica di Forlì. L’indagine ha portato allo smantellamento di due laboratori clandestini e all’individuazione di una rete criminale attiva su Telegram, specializzata nella vendita di valuta contraffatta e sostanze stupefacenti.
I finanzieri hanno fatto irruzione nelle province di Asti e Chieti, dove hanno trovato oltre 4.500 banconote false di vario taglio, 32 monete da 2 euro perfettamente imitate, per un valore facciale di circa 170.000 euro, oltre a sei computer, stampanti, cliché e attrezzature per riprodurre sigilli di sicurezza. Un arsenale da tipografia criminale, capace di imitare persino le caratteristiche anti-contraffazione.
Producevano banconote false e le rivendevano sul web
A conferma della portata trasversale dell’attività illecita, durante le perquisizioni è stato scoperto anche un documento d’identità falso, una cartuccia calibro 12, droga in quantità, bilancini di precisione e numerose SIM probabilmente usate per muoversi tra account anonimi sui social e gruppi riservati di messaggistica. Uno degli indagati è stato arrestato in flagranza di reato.
Secondo gli inquirenti, il gruppo operava sfruttando canali Telegram e altri social per vendere non solo valuta contraffatta in Italia, ma anche all’estero, ampliando il raggio d’azione del traffico a paesi terzi. «È un colpo importante ai delitti contro la fede pubblica», commentano dalla Guardia di Finanza, sottolineando l’importanza della sinergia tra competenze investigative tecnologiche e territoriali. In campo sono scesi anche i reparti locali a supporto degli specialisti.
L’indagine — ancora in fase preliminare — coinvolge due persone indagate per produzione, detenzione e spendita di banconote false. Secondo le norme vigenti, la loro responsabilità sarà accertata solo con sentenza definitiva, ma intanto l’operazione segna un successo concreto nella lotta alla criminalità economica, capace di agire sotto traccia e contaminare il mercato con moneta fraudolenta.
Nel mirino, ancora una volta, l’uso criminale delle nuove tecnologie, che trasformano ogni smartphone in uno sportello illegale per operazioni che spaziano dalla contraffazione alla droga, passando per il furto d’identità. Una rete “liquida”, silenziosa, ma potenzialmente devastante per la fiducia nel sistema monetario e la sicurezza dei cittadini. E stavolta, per fortuna, è stata intercettata prima che fosse troppo tardi.
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