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Cronaca

Scritte No Vax su scuole e ospedali: 12 indagati per associazione a delinquere

L'indagine in tutto il torinese

Scritte No Vax su scuole e ospedali: 12 indagati per associazione a delinquere

Foto d'archivio

Non erano semplici vandali, ma un vero e proprio gruppo organizzato. È questa la linea della Procura di Torino, che ha chiuso le indagini su dodici persone accusate di aver tappezzato mezza provincia di scritte No Vax dal 2021 al 2024. Non solo imbrattamento: tra i reati contestati spunta anche l’associazione per delinquere. Un salto di qualità che cambia tutto.

Le scritte – centinaia – comparivano ovunque: scuole, università, ospedali, sedi di giornali, banche, cimiteri, uffici pubblici e persino sedi sindacali. Segni tracciati con bombolette, slogan violenti, accuse contro la “dittatura sanitaria”, il green pass, i medici e i giornalisti. Una propaganda che non si è mai fermata, neanche nei mesi più caldi della pandemia.

Sono state firmate con la dicitura 'Vi-Vi' la maggior parte degli imbrattamenti: la sigla è quella di un gruppo comparso negli anni dell'emergenza Covid.

E' provvisto di canali Telegram (uno è seguito da oltre 18 mila persone) dedicati di volta in volta alla rivendicazione delle iniziative, alla diffusione di materiale propagandistico e al 'reclutamento' di nuovi adepti, con l'indicazione di link che permettono di accedere a veri e propri corsi di formazione su come diventare un attivista e portare avanti le azioni.

Molti pubblicano post, in forma anonima, in cui si autodefiniscono "guerrieri".

Le indagini, coordinate dai magistrati torinesi, sono state portate avanti dalla Polizia di Stato, che ha ricostruito movimenti, contatti, dinamiche. Il cerchio si è stretto. Agli indagati è stato ora notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari: un passo che precede la richiesta di rinvio a giudizio.

C'è anche un episodio più grave, contestato in uno dei fascicoli: la resistenza a pubblico ufficiale, avvenuta durante un’azione in una scuola di Torino, dove uno degli indagati si era scagliato contro gli agenti intervenuti per impedirgli di scrivere sui muri.

Sotto la lente degli investigatori è finito l’apparato logistico e organizzativo del gruppo: chi procurava i materiali, chi pianificava gli attacchi, chi faceva da palo. Tutto sistematico. Non una serie di gesti isolati, ma una campagna precisa, reiterata, pianificata nei dettagli.

La linea della Procura è netta: non ideologia, ma crimine.

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