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Cronaca

Baby vandali devastano Verolengo: “Non hanno un cazzo da fare”

Raid ripetuti al magazzino comunale dietro le scuole medie. Denunciati ragazzini di 14 e 15 anni. Il sindaco: “Incontrerò le famiglie. Ma intanto pagano i danni”

Baby vandali devastano Verolengo: “Non hanno un cazzo da fare”

La sindaca Rosanna Giachello

A Verolengo il vero problema non sono le bande organizzate, i ladri d’appartamento o gli spacciatori professionisti. No. Qui il problema ha 14 o 15 anni, va ancora alle medie o alle superiori e, soprattutto, non ha un cazzo da fare. Così, invece di annoiarsi sul divano o litigare su TikTok, un gruppetto di adolescenti locali ha deciso di passare le giornate devastando il magazzino comunale di via Trento, proprio dietro le scuole medie.
Non una volta, ma più volte. Una raffica di raid vandalici talmente sistematica da far pensare più a una strategia da commando che a una semplice bravata.

A fermarli è stata la Polizia Locale, che dopo le prime segnalazioni ha iniziato a monitorare lo stabile con attenzione. Il comandante Franco Lomater ha fatto piazzare le telecamere e ha atteso. Alla fine, gli agenti li hanno beccati sul fatto: una baby gang in piena azione, mentre provocava danni su danni.

Il sindaco Rosanna Giachello, al centro di una comunità che da anni assiste a episodi simili, ha fatto sapere di non conoscere l’identità dei ragazzini ma ha confermato che è scattata la denuncia ai carabinieri e che il Comune è pronto a chiedere il risarcimento alle famiglie. “Mi auguro di poterle incontrare presto, appena la Procura dei Minori ci darà l’ok”, ha dichiarato.

Quello che lascia sbigottiti è il senso di vuoto che emerge dietro questa storia. Non è solo vandalismo: è noia, apatia, totale disconnessione da ogni forma di senso civico. Distruggere le cose pubbliche — le stesse che magari i genitori pagano con le tasse — è diventato un modo per passare il tempo. Un’alternativa allo scrollare sullo smartphone. E non è neanche la prima volta. A Verolengo, purtroppo, si ricordano ancora i danni al salone polivalente, i vetri rotti alla Madonna della Fontana degli Occhi, l’occupazione dell’ex casa cantoniera, la gettoniera dell’acqua fatta saltare con un petardo, le giostre del parco giochi a pezzi. E la lista potrebbe continuare.

Non siamo di fronte a episodi isolati, ma a un’intera generazione che vaga senza meta, cresciuta in un’epoca in cui il concetto di “bene comune” sembra essere evaporato. Una generazione che non trova nulla di meglio da fare che sfogare la noia sui muri, le porte e le telecamere dei luoghi pubblici. E poi magari, quando vengono beccati, si stupiscono. O peggio: si atteggiano a piccoli eroi ribelli.

Ora tocca all'assicurazione del Comune quantificare i danni, che coinvolgono impianti, infissi, telecamere, e sarà un’altra bella bolletta da girare alle famiglie. Famiglie che, a quanto pare, non hanno saputo o voluto vedere cosa stessero facendo i propri figli. Il sindaco Giachello, intanto, si dice speranzosa che questo intervento delle forze dell’ordine sia almeno un deterrente per futuri atti di vandalismo: “I ragazzi devono capire che è grave macchiarsi di un reato già in giovane età”.

verolengo

Sì, dovrebbero capirlo. Ma prima ancora, dovrebbero avere qualcosa da fare. Un motivo per non distruggere tutto. Magari uno spazio dove incontrarsi senza il bisogno di sfondare porte o lanciare sassi. Magari una comunità che si occupi di loro prima che diventino un problema.

Per ora, Verolengo incassa l’ennesimo danno. E aspetta. Aspetta che qualcuno — magari gli adulti — si svegli prima che sia troppo tardi.

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