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Cronaca
30 Marzo 2025 - 16:22
MANIFESTAZIONE NO CPR (foto d'archivio)
Nuova giornata di tensione a Torino, dove nel pomeriggio del 30 marzo si è svolta una manifestazione contro il Cpr, il Centro di Permanenza per i Rimpatri, riaperto lunedì scorso dopo due anni di chiusura. A scendere in strada sono stati anarchici e attivisti del centro sociale Gabrio, che si sono radunati all’esterno della struttura, presidiata dalle forze dell’ordine.
Durante la protesta sono state lanciate palline da tennis all’interno del centro, mentre l’aria si è riempita del rumore di petardi ed esplosioni di fuochi artificiali, esplosi a ridosso delle mura del Cpr. Lo schieramento della polizia ha evitato contatti diretti, ma la tensione è rimasta alta per tutta la durata del presidio.
C.P.R. Torino (Centro di Permanenza per il Rimpatrio)
Uno speaker, armato di megafono, ha scandito uno dei cori simbolo della protesta: “I Cpr si chiudono col fuoco, si chiudono una volta, si chiudono di nuovo”.
In un comunicato diffuso durante la manifestazione, i manifestanti hanno ribadito il loro obiettivo: “Sentiamo la necessità di continuare a stare sotto quelle mura per portare solidarietà a chi viene privato della libertà”.
Gli attivisti hanno ricordato i disordini che avevano portato alla chiusura del centro due anni fa: “Poco più di due anni fa il Cpr di Torino veniva distrutto dalla rabbia dei reclusi, rendendo materialmente più fragile un tassello della macchina delle espulsioni”.
E hanno aggiunto: “Dopo quelle infuocate giornate invernali, numerose sono state le rivolte, le evasioni e gli scontri con la polizia che hanno caratterizzato e continuano tutt'ora a scandire la quotidianità all'interno dei centri di detenzione amministrativa”.
La protesta si è chiusa con un appello politico: “Sta a noi cercare di ostacolare il razzismo di Stato e rendere la solidarietà il più tangibile possibile”.
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