Cerca

Cronaca

Addio a Stefania Audisio, voce gentile e appassionata dell’arte torinese

La scomparsa della donna lascia un vuoto nel panorama culturale della città

Addio a Stefania Audisio: una vita dedicata alla cultura torinese

Aveva la determinazione di chi sa dove vuole arrivare e l’eleganza di chi non ha bisogno di alzare mai la voce. Stefania Audisio, per tutti quelli che l’hanno conosciuta e amata, era molto più di una professionista brillante: era un’anima piena di grazia, una donna intensa e autentica, capace di portare bellezza ovunque andasse. Si è spenta a soli 59 anni, lasciando un vuoto che pesa come il silenzio in una sala museo dopo una grande mostra.

Responsabile dell’ufficio stampa di Fondazione Torino Musei, Stefania curava con competenza e passione i rapporti con i media per Palazzo Madama, luogo che sentiva come casa. Tra quelle mura di pietra e memoria, Stefania sapeva raccontare l’arte, la storia, le persone. Era il suo modo di donarsi: trovare le parole giuste per far parlare di ciò che accade dentro un museo, accendere i riflettori, creare connessioni.

Stefania Audisio aveva 59 anni

Ma il suo talento non si fermava lì. Laureata con 110 e lode in Lettere Moderne, aveva poi vinto una borsa di studio per un master in Marketing Management alla Cattolica di Milano. Tuttavia, il lavoro dell’ufficio stampa lo aveva imparato sul campo, passo dopo passo, con umiltà e intelligenza. Iniziò come bibliotecaria alla GAM, poi nel 2018 Guido Curto, allora direttore di Palazzo Madama, la volle con sé. Scelta felice: Stefania si rivelò una figura insostituibile. Con quella sua voce roca e affascinante, da accanita fumatrice, riusciva a convincere anche i caporedattori più scettici che quella mostra era davvero imperdibile.

Ma Stefania era molto più del suo lavoro. Amava viaggiare, lasciarsi ispirare dall’arte, scovare la bellezza nei dettagli: un vestito colorato, una canzone malinconica, un sorriso autentico. Allegra, brillante, ironica, sapeva ascoltare e sapeva esserci. Con discrezione, con misura. Non era solo raffinata, era profondamente educata. E quell’educazione era la sua cifra, il segno di una donna che ha vissuto con stile anche i momenti più duri. Come quando ha perso la madre Catterina, a cui era legatissima. L’ha accudita fino all’ultimo, con la stessa dedizione che poi avrebbe messo nell’affrontare la malattia che, poco a poco, l’ha costretta a lasciare il lavoro e infine la vita.

Chi l’ha conosciuta sa che Stefania non amava i riflettori su di sé, ma meritava ogni applauso. Per il garbo, la competenza, la tenacia e la bellezza con cui ha vissuto. Il suo ultimo saluto sarà lunedì mattina alle ore 9.30 alla Chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine, in via Nizza. Ma Stefania resterà viva nei ricordi, nelle mostre raccontate con amore, in ogni passo fatto con grazia nel mondo della cultura torinese. E nel cuore di chi le ha voluto bene.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori