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Cronaca
18 Marzo 2025 - 11:53
Torino, è in corso lo sgombero di una palazzina occupata abusivamente
A Torino, dopo più di un decennio, si chiude una vicenda che affonda le radici in una realtà complessa e sempre più diffusa: l’abusivismo immobiliare. Le forze dell’ordine hanno sgomberato una palazzina di via Monginevro, nel quartiere San Paolo, che nel 2012 era stata occupata dagli attivisti del centro sociale Gabrio per dare una sistemazione a famiglie senza casa. Nel tempo, grazie all’intervento del Comune e dei servizi sociali, gli occupanti hanno trovato una sistemazione alternativa, fino a ridursi a una sola persona all’interno dello stabile. Sul posto sono intervenuti polizia, carabinieri, vigili urbani e vigili del fuoco, segnando la fine dell’occupazione.
Questa vicenda riporta alla luce un problema che interessa molte città italiane: la mancanza di alloggi accessibili e la conseguente diffusione delle occupazioni abusive. In un Paese dove il costo degli affitti continua a salire e il numero di persone in difficoltà economica cresce, il fenomeno dell’abusivismo abitativo è diventato una realtà sempre più difficile da gestire. Da un lato c’è il diritto alla casa, dall’altro la necessità di tutelare la legalità e garantire il rispetto della proprietà privata.
Il caso di Torino è solo uno dei tanti. Milano, Roma, Napoli e molte altre città italiane sono alle prese con situazioni simili. Edifici abbandonati trasformati in abitazioni di fortuna, interi quartieri con case occupate e sgomberi che spesso sfociano in tensioni sociali. La questione non riguarda solo la legalità, ma anche la gestione della politica abitativa. Le istituzioni devono trovare un equilibrio tra il bisogno di sicurezza e il diritto di chi, per necessità, è costretto a vivere in condizioni precarie.
La mancanza di politiche efficaci per il diritto alla casa è un problema storico in Italia. L’edilizia popolare non riesce a rispondere alla crescente domanda e le famiglie in difficoltà si trovano senza alternative. Di fronte a questa situazione, c’è chi sceglie la strada dell’autogestione, occupando stabili in disuso per creare spazi di accoglienza. Tuttavia, questo genera inevitabili conflitti con la proprietà privata e con chi chiede maggiore tutela della legalità.
Quello che serve è una risposta strutturale, che vada oltre gli sgomberi e affronti il nodo dell’emergenza abitativa con soluzioni concrete: più investimenti in case popolari, incentivi per affitti sostenibili, politiche di riqualificazione degli edifici inutilizzati. Senza un intervento deciso, il rischio è che il problema continui a ripetersi all’infinito, alimentando tensioni sociali e situazioni di degrado.
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