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Cronaca

Ritrovate ossa umane in Val di Susa: la terribile conferma arriva dal test del DNA

La donna era scomparsa nella notte tra il 7 e l’8 marzo 2024, l’autopsia chiarirà la causa del decesso

Ritrovate ossa

Ritrovate ossa umane in Val di Susa: la terribile conferma arriva dal test del DNA

Un anno di silenzio, sospetti e angoscia. Poi, la tragica conferma: i resti rinvenuti nei boschi di Gravere appartengono a Mara Favro, la donna scomparsa nella notte tra il 7 e l'8 marzo 2024. Il test del DNA fugherà ogni dubbio, ma le cause della morte restano avvolte nel mistero.

La svolta arriva con una comunicazione ufficiale della Procura di Torino, che ha informato i due indagati, Vincenzo Milione e Cosimo Esposito, della necessità di un'autopsia per stabilire le circostanze del decesso. I due uomini, rispettivamente titolare e dipendente della pizzeria dove Mara lavorava, sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Entrambi negano ogni coinvolgimento, ma le incongruenze nei loro racconti alimentano i sospetti degli inquirenti.

L'ultimo segnale del cellulare di Mara era stato agganciato proprio nei boschi di Gravere, la zona impervia dove, nel febbraio 2025, i carabinieri e i vigili del fuoco hanno ritrovato, oltre ai resti umani, anche alcuni indumenti e un paio di occhiali da sole compatibili con quelli che la donna indossava la sera della scomparsa. Gli investigatori sospettano che il corpo sia stato nascosto lì subito dopo la sua morte, forse per sviare le ricerche.

Mara Favro, madre di una bambina di 9 anni, lavorava come cameriera in una pizzeria di Chiomonte. L'ultima notte in cui fu vista viva è segnata da movimenti confusi e testimonianze contrastanti. In un primo momento si ipotizzò che Esposito l'avesse accompagnata verso casa, ma lui dichiarò il contrario: affermò che era stata lei a dargli un passaggio e che era sceso dopo pochi metri. Poi, Mara sarebbe tornata in pizzeria per recuperare le chiavi di casa, per poi incamminarsi, da sola, lungo la statale verso Susa.

L'ipotesi più inquietante è che sia stata strangolata e poi gettata in un burrone. Alcune fratture riscontrate sulle ossa sembrano post mortem e compatibili con una caduta di circa 100 metri. Un'indagine scientifica avanzata, con strumenti come uno stereo-microscopio, cercherà di rilevare segni compatibili con l’uso di un'arma o di aggressioni animali post mortem.

Gli indagati continuano a dichiararsi estranei ai fatti. "Il mio assistito è dispiaciuto per la morte di Mara, ma lui non c'entra", ha dichiarato l'avvocato di Milione. Anche la difesa di Esposito insiste sulla sua innocenza, sostenendo che una ricostruzione accurata della serata dimostrerà che non ha avuto alcun ruolo nella tragedia.

Ora la comunità della Val di Susa e la famiglia di Mara aspettano giustizia. L'autopsia e gli accertamenti tecnici irripetibili, in programma il 12 marzo, saranno decisivi per determinare la causa della morte e inchiodare, finalmente, chi ha spezzato la vita di Mara Favro. La verità non può più attendere.

Mara Favro

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