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Cronaca
07 Marzo 2025 - 09:31
Maxi-evasione nel settore degli aerotaxi: la Guardia di Finanza scopre un buco da 1,5 milioni di euro
Un'evasione fiscale di proporzioni significative è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino, che ha portato alla luce un ammanco di oltre 1,5 milioni di euro nel settore degli aerotaxi, il trasporto aereo privato non di linea. L’operazione, denominata "Fly No Pay", ha coinvolto 343 società, sia italiane sia estere, che hanno omesso di versare all’Erario imposte già debitamente corrisposte dai passeggeri. L’attività investigativa, condotta dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Caselle Torinese, ha esaminato oltre 8.000 voli privati effettuati tra il 2019 e il 2023, per un totale di 23.000 passeggeri.
Al centro dell’indagine l’imposta erariale sui voli di aerotaxi, introdotta nel 2011 come tributo a finalità ambientale: una tassa che ogni passeggero è tenuto a pagare in base alla distanza percorsa (da 10 a 200 euro a tratta). La somma viene incassata dalle società di trasporto aereo, con l’obbligo di riversarla allo Stato.
Tuttavia, nel periodo analizzato, è emerso che circa 12.000 passeggeri avevano regolarmente versato l’importo dovuto, che però non è mai stato trasferito all’Erario dalle società di aerotaxi. Il danno economico diretto ammonta a oltre 1,2 milioni di euro, a cui si aggiungono le sanzioni applicate dalla Guardia di Finanza, pari al 30% dell’importo evaso, per un ulteriore aggravio di 367.000 euro.
Le indagini sono state condotte con un’attenta analisi documentale presso il Gestore aeroportuale di Torino, permettendo di incrociare i dati sui voli privati effettuati e le dichiarazioni fiscali delle società coinvolte. L’operazione rappresenta un’importante azione di contrasto all’evasione fiscale, garantendo il ripristino della legalità e il recupero di risorse dovute all’Erario. Il fenomeno dell’omesso versamento delle imposte nel settore dell’aviazione privata conferma la necessità di un monitoraggio costante, per evitare che soggetti economici approfittino della scarsa tracciabilità di queste transazioni e dell’assenza di controlli automatizzati sui tributi ambientali.
La Guardia di Finanza proseguirà il suo impegno per contrastare pratiche elusive e fraudolente, assicurando che letasse pagate dai cittadini vengano effettivamente incamerate dallo Stato e destinate, come previsto dalla normativa, alla tutela dell’ecosistema e dell’ambiente.
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