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Cronaca

Denuncia il rapimento del figlio, ma finisce in manette: in casa dell'assicuratore, un arsenale illegale

Il cinquantenne aveva denunciato il rapimento del figlio, ma i carabinieri hanno trovano armi rubate nella sua abitazione.

Finge il rapimento del figlio: scoperto arsenale illegale in casa di un assicuratore nel Canavese

Un caso che ha dell'incredibile quello avvenuto a San Francesco al Campo, nel cuore del Canavese, dove un assicuratore cinquantenne ha messo in scena un presunto rapimento del figlio, per poi finire con l'essere arrestato per detenzione abusiva di armi e ricettazione. La vicenda, che sembra uscita da un romanzo giallo, ha visto l'uomo contattare le forze dell'ordine denunciando che l'ex moglie avrebbe portato via il figlio senza il suo consenso. Tuttavia, ciò che è emerso dalle indagini ha svelato una realtà ben più complessa e inquietante.

L'uomo, in evidente stato di alterazione, ha contattato i carabinieri sostenendo di non riuscire a trovare il figlio e accusando l'ex moglie di averlo rapito. Una telefonata che, inizialmente, ha messo in allerta le forze dell'ordine, pronte a intervenire per risolvere un caso di presunto sequestro. Tuttavia, la situazione ha preso una piega inaspettata quando, durante il colloquio con i militari, l'assicuratore ha deciso di consegnare spontaneamente alcune armi che deteneva illegalmente nella sua abitazione.

La perquisizione della casa ha portato alla luce un vero e proprio arsenale: cinque fucili, un revolver, una pistola e varie munizioni. Alcune di queste armi risultavano rubate, come confermato dalle denunce presentate dai legittimi proprietari alla questura di Torino. Un ritrovamento che ha lasciato sbigottiti gli stessi carabinieri, i quali non si aspettavano di trovarsi di fronte a una tale quantità di armamenti illegali.



L'assicuratore, già noto alle forze dell'ordine e con precedenti penali, è stato immediatamente arrestato. La sua storia personale, segnata da episodi di illegalità, sembra aver trovato un nuovo capitolo in questa vicenda. Ma cosa ha spinto l'uomo a inscenare un rapimento per poi consegnare spontaneamente le armi? Una domanda che resta ancora senza risposta, mentre le indagini proseguono per fare luce su ogni aspetto di questo caso.

La vicenda è ora sotto l'analisi dei carabinieri di Ciriè e della procura di Ivrea, che stanno cercando di ricostruire la provenienza delle armi e i possibili legami con episodi di criminalità avvenuti nella zona. Le indagini si concentrano non solo sull'origine delle armi, ma anche su eventuali utilizzi in crimini precedenti. Un lavoro complesso che potrebbe portare a scoprire una rete di traffici illeciti ben più ampia.



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